In scena “Ermione”, opera geniale ma dimenticata di Rossini

Il direttore Mariotti sottolinea la rottura dei tradizionali schemi musicali. Più attuali che mai gli amori insoddisfatti del libretto

In scena “Ermione”, opera geniale ma dimenticata di Rossini
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Fra le opere dimenticate di Rossini riscoperte dal ROF, prestigioso festival dedicato al Pesarese, ce n'è una che più di altre stenta ancora a trovare il suo vero rilancio. Non ebbe successo ai tempi suoi, nel 1819; ne ebbe di limitato anche con due riprese moderne. Ora o mai più, dunque: perché grazie alla nuova produzione in scena a Pesaro, Ermione ha tutte le carte in regola per dimostrare d'essere quel che è. Un'opera geniale. Ma cast strepitoso, eccellente direzione d'orchestra, affascinante regia basteranno a farla rientrare in repertorio? Una cosa è certa: proprio i motivi che parvero decretarne l'insuccesso di allora, cioè la rottura dei tradizionali schemi musicali ed una trama di amori infelici, sembrano costituire i motivi del suo trionfo di ogni. Irresistibile suona alle nostre orecchie, infatti, la sua splendida musica, che la direzione a dir poco smagliante di Michele Mariotti esalta in ogni passaggio e sfumatura, tra rara potenza e delicato struggimento. Più attuali che mai ci appaiono gli amori insoddisfatti dei suoi antichi protagonisti - Ermione che ama Pirro, che però ama Andromaca, che però è fedele ad Achille rivelati nei loro più penetranti risvolti emotivi dalla psicanalitica regia di Johannes Erath, il quale, avvalendosi anche di videoproiezioni, trasforma il palazzo dei Greci in una corte di punk viziosi, e la protagonista in una funerea dark lady stile Lady Macbeth, collegando le coppie che non s'accoppiano con un vano Cupido tecnologico. Nessun eccesso o compiacimento registico, in tutto questo; al contrario, tutto appare non solo conseguente alla musica.

La presenza della superstar Juan Diego Florez (Oreste), oggetto delle consuete, meritate ovazioni, non basta a metter in secondo piano l'eccezionale Pirro interpretato da Enea Scala. Ma la vera protagonista della serata è Anastasia Bartoli: oltre ad una presenza scenica che s'impone, una voce piena che varia su tutti i colori d'una ricchissima tavolozza espressiva.

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