L'anello di Einstein e quell'anello di luce che conferma la relatività

Il telescopio spaziale europeo Euclid ha individuato l’anello di Einstein, un alone di luce intorno a una galassia "vicina", appena 590 milioni di anni luce di distanza

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Oggi la notizia scientifica del giorno è che il telescopio spaziale europeo Euclid ha individuato l’anello di Einstein, un alone di luce intorno a una galassia “vicina” (cosmologicamente parlando), NGC 6505 (chiamiamola Anna, il nome della mia ex, ribattezzo sempre i difficili nomi astronomici e quella relazione tormentata mi sembra di milioni di anni fa), appena 590 milioni di anni luce di distanza.

Spiegone, anzi spieghìno, per chi non si intendesse di astronomia: la luce, che viaggia a 300mila chilometri al secondo, ci mette 590 milioni di anni per percorrere la distanza tra la galassia vicina in questione e la nostra. Ma cos’è l’anello di Einstein? In realtà niente di nuovo da ciò che confermò per la prima volta la relatività, quando Sir Arthur Eddington, il 29 maggio del 1919, si recò apposta sull’isola di Principe in Africa durante un’eclissi totale di Sole. Se la relatività era giusta, la deformazione dello spazio-tempo causata dal Sole avrebbe mostrato le stelle che avrebbero dovuto essere dietro il Sole, e così fu, verificando la più grande teoria scientifica moderna dopo l’evoluzionismo di Darwin.

Nel caso dell’osservazione di Euclid accade la stessa cosa: "l’alone" intorno a Anna è provocato dalla luce di una galassia ancora più lontana, a 4,42 miliardi di anni luce, a causa dello spazio-tempo deformato da Anna.

Molto bello, e la missione di Euclid continuerà, per cercare di svelare il mistero dei misteri: la materia oscura e l’energia oscura. Intanto non hanno ancora detto il nome della galassia dietro Anna, forse per la privacy.

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