Scarafaggi telecomandati, la rivoluzione tecnologica di Kafka

Scarafaggi telecomandati, la rivoluzione tecnologica di Kafka
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Scarafaggi telecomandati per il pronto soccorso. Proprio così, è su questo che sta lavorando l’Università australiana del Queensland. Devo dire che a leggere tutta la procedura fa un po’ impressione: prima immergono l’insetto nel ghiaccio che lo anestetizza, poi gli viene applicato un circuito per poter controllare i suoi movimenti. Perché non costruire direttamente degli scarafaggi robot anziché scarafaggi cyborg? Perché sono naturalmente molto resistenti (tant’è che, in caso di disastro atomico globale, quelli che resteranno di sicuro saranno gli scarafaggi). «Solo quando si allontana dal percorso desiderato noi interveniamo e gli diciamo di andare in questa direzione invece che in quella in cui si stava dirigendo» dichiara Lachlan Fitzgerald, studente di matematica che fa parte del progetto. Potrà salvare vite umane, certo, potrà anche essere usato per spionaggio nei campi di guerra, però a mettersi dei panni dello scarafaggio mica è bella come cosa. Gli scarafaggi d’altra parte non suscitano molta empatia.
Diceva Nietzsche: «Se uccidi uno scarafaggio sei un eroe. Se uccidi una farfalla sei cattivo. La morale ha standard estetici». Come dargli torto. Tant’è immaginate cosa succederebbe se anziché scarafaggi fossero farfalle telecomandate, tutti si indignerebbero. Oltretutto gli scarafaggi ce li ha fatti diventare simpatici Frank Kafka.

Penso ovviamente a La metamorfosi, e al suo incipit da correggere in versione cyberpunk: «Gregor Samsa una mattina nel suo letto si svegliò da sogni inquieti, si ritrovò trasformato in un immane insetto. A cui dei ricercatori australiani avevano applicato dei circuiti per farlo andare dove volevano loro».

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