Bangkok - Un manifestante thailandese è morto e almeno altri due sono rimasti feriti nel corso degli incidenti tra militanti fedeli all’ex premier Thaksin Shinawatra e forze dell’ordine. Gli scontri sono avvenuti nel quartiere finanziario di Bangkok. Lo ha riferito un giornalista dell’Agenzia stampa France Presse sottolineando che gli scontri tra "camicie rosse" e forze dei sicurezza sono andati avanti per almeno due ore. Un centinaio di manifestanti ha caricato l’esercito, che ha risposto con colpi d’arma da fuoco. "Un uomo è stato raggiunto da un proiettile alla testa proprio a pochi passi da me", ha detto il giornalista dell’Afp aggiungendo che altri due sono rimasti feriti. Questa sera, lo stato d’emergenza che era stato disposto a Bangkok e dintorni è stato esteso ad altre quindici province della Thailandia, per facilitare il controllo delle "camicie rosse". Cresce la preoccupazione della comunità internazionale: Stati Uniti e Regno Unito chiudono le proprie ambasciate
Ferito leader camicie rosse L’ex maggiore dell’esercito Khattiya Sawasdipol, uno dei leader più radicali delle "camicie rosse" thailandesi, è stato ferito gravemente alla testa da un colpo di arma da fuoco nell’accampamento dei manifestanti antigovernativi a Bangkok. Lo riferisce la tv Thai Pbs. Il soldato, molto popolare tra i manifestanti e ’de factò responsabile delle operazioni di sicurezza nel quartiere che occupano da due mesi, è stato raggiunto da una pallottola al petto, secondo un infermiere dell’ospedale Hua Chiew dove è stato ammesso. "Le sue condizioni sono molto gravi. È sotto assistenza respiratoria", ha dichiarato. Il generale Khattiya, 58 anni, è presentato dal potere come uno dei principali ostacoli alla riconciliazione. Si ritiene inoltre un alleato di Thaksin Shinawatra, l’ex primo ministro in esilio destituito nel 2006 da un colpo di stato militare.
Esteso lo stato di emergenza Il governo thailandese ha esteso ad altre 15 province lo stato di emergenza che lo scorso aprile aveva dichiarato a Bangkok. La misura, ha spiegato il portavoce del governo, è tesa ad impedire che "le persone cerchino di venire a Bangkok" per unirsi alla protesta anti-governativa.
Black out Le autorità thailandesi hanno tolto la corrente elettrica e oscurato i segnali telefonici all’interno dei tre chilometri quadrati occupati dalle "camicie rosse" nel centro di Bangkok, chiudendo inoltre al traffico le cinque principali arterie stradali che circondano la zona e sei stazioni della metropolitana sopraelevata e sotterranea. Le misure sono appena state annunciate alla tv nazionale dal Cres, la task-force militare che ha il compito di gestire la crisi.
Chi cercasse di entrare nelle strade interessate dal divieto - Petchburi, Phayathai, Wireless, Rama IV, Ratchaprarop - rischia due anni di prigione. All’interno del bivacco dei manifestanti governativi, in piedi dal 3 aprile, il palco dove si alternano i leader èora alimentato dai generatori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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