«Alcune frasi sono state malintese. Non c'è stato alcun attacco personale a nessuno. Sarebbe solo auspicabile che il presidente del nostro movimento - com'è nella tradizione di Azione giovani - fosse espressione del mondo giovanile. Questo è quello che abbiamo chiesto. Tutto qua».
Marco Perissa è uno degli emergenti di Azione giovani. Anche lui prova a sminuire le tensioni alla fine dell'assemblea dei giovani di Forza Italia e Azione Giovani di An.
«Oggi, guardando i giornali, ci siamo rimasti male. Vuol dire che non siamo nemmeno liberi di confrontarci sinceramente, dicendoci apertamente le cose che non funzionano? E poi leggere la mattina dopo sui giornali che ci siamo spaccati. Certo, per noi non è un momento facile».
Insomma niente spaccatura. Però certe frasi sono state dette.
«Sono state gonfiate. Uno dei partecipanti ha fatto riferimento a un'onorevole (Annagrazia Calabria, ndr), ma solo ed esclusivamente per fare un esempio qualsiasi, di una parlamentare under 35 che non è espressione del movimento giovanile. Questo è quello che è successo. Io per esempio ho fatto un altro intervento, mettendo in evidenze alcune convergenze. Stiamo cercando una delicata sintesi».
Quant'è difficile?
«Tanto, se passa questo tipo di messaggio. Ci sono due mondi giovanili che condividono un tessuto valoriale, c'è una generazione che non vuole la cultura dello sballo, rifiuta aborto e eutanasia, combatte il precariato, si batte per l'accesso al credito da parte dei giovani. E abbiamo già raggiunto qualche risultato».
Per esempio?
«Ci siamo ampiamente battuti per ottenere che nello statuto del Pdl ci siano delle clausole che consentano l'autodeterminazione del nostro mondo, in modo democratico».
Insomma, niente candidature dall'alto, magari maldigerite come qualcuno ha ipotizzato.
«Quali candidature dall'alto abbiamo maldigerito? Assolutamente no, non c'è niente di vero. Berlusconi e Fini e la classe dirigente del Popolo della libertà sono liberi di mettere nelle liste elettorali tutti gli under 35 del mondo che vogliono. Non abbiamo la presunzione di imporre nomi e cognomi. Chiediamo soltanto che la nostra guida debba avere un percorso politico, una storia di militanza. Non ci vedo niente di male».
Si è parlato di scontro sulle quote.
«Non abbiamo assolutamente parlato di quote. A differenza dei grandi, non abbiamo la necessità di fare delle liste elettorali. Abbiamo tempo per costruire dal basso il nostro movimento, anche perché abbiamo fatto mille battaglie in passato, e altre ne faremo insieme».
Ma certe frasi restano.
«L'assemblea è finita serenamente, con interventi più o meno condivisibili. Non so perché certe dichiarazioni sono state malintese, o peggio mal riportate, sarebbe una strumentalizzazione che trovo francamente inutile.
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