da Pesaro
Un treno resta fermo per due ore, l'allarme è per un sospetto caso di meningite. I passeggeri sono preoccupati, temono il contagio, poi l'ansia svanisce perché il test è negativo. Respiro di sollievo per tutti, compresa la poliziotta che si era sentita male. Aveva avvertito un forte mal di testa, febbre e da un occhio faticava a vedere, i sintomi tipici della malattia del momento, che sta generando una vera e propria psicosi, in varie regioni italiane.
Ieri l'Intercity 713 partito da Venezia Santa Lucia e diretto a Bari è stato fermato prima delle 11, alla stazione di Pesaro. I 350 passeggeri sono stati informati del malessere occorso a un'agente di 25 anni della Polfer di Verona, in servizio di scorta insieme a due colleghi. Era salita a Bologna e poco prima di Pesaro ha richiesto soccorso. Dalla descrizione dei sintomi, i sanitari del 118 intervenuti con l'ambulanza hanno deciso di adottare il protocollo di prevenzione della meningite. Il personale medico è salito sul treno con tute e mascherine, entrando nello scompartimento. La scena non è passata inosservata agli altri passeggeri, sembrava di essere in un film. Dopo le prime cure, la donna è stata portata al reparto malattie infettive dell'ospedale San Salvatore di Pesaro. Nel frattempo tre poliziotti accertavano con quante persone lagente fosse entrata in contatto, per fortuna non si era spostata lungo il convoglio, diversamente sarebbe stato obbligatorio sottoporre tutte e 350 le persone alla profilassi. Era rimasta vicina solo ai due colleghi e al capotreno. Tutti i viaggiatori sono stati invitati a non scendere, una decina in realtà sono andati via. Avrebbero proseguito per Ancona con altri mezzi.
La Polfer ha preso generalità e numero di telefonino di tutti, per un eventuale chiamata in caso di emergenza. L'operazione di raccolta dati personali è stata ultimata in un secondo tempo con un nuovo stop, alla stazione di Ancona. Qualcuno era particolarmente timoroso, nonostante i sanitari dell'Asur di Pesaro parlassero solo di prevenzione, di caso non ancora accertato di meningite. Verso le 13 la notizia migliore, per tutti. La poliziotta non era infetta, si trattava soltanto di un'otite trascurata, che durante il viaggio si era inasprita. Ora le sue condizioni si sono stabilizzate e non destano preoccupazione.
«Abbiamo dovuto fare tutto rapidamente - spiega il dottor Massimo Fresina, responsabile del servizio prevenzione dell'Asur di Pesaro -, sia le misure di prevenzione che il test».
Un'operatrice dell'infanzia, di Forlì, aveva già vissuto un'esperienza del genere: «Anche allora decisi di lasciare il treno, di seguire la profilassi per conto mio».
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