Lo scudetto c’è, ora servono genio e coraggio

Lasciate perdere il Manchester. Lo United asfalta il Fulham 4-0 e che lo faccia con Tevez o con Park conta fino a un certo punto. Meglio concentrarsi sull'Inter e su quella prova di Genova cominciata tra brividi e sospetto di jella assortita e poi finita in scioltezza, 0 a 2 e tutti a casa a meditare sul primato perso del vecchio Grifo. I brividi arrivano puntuali col primo crac denunciato da Materazzi, gamba sinistra e con l'insulto tradito da Burdisso. E a questo punto bisogna chiedere conto all'infermeria delle salute di Samuel e Chivu per apparecchiare una qualche previsione in vista della notte del giudizio universale, la notte dell'Old Trafford. Possibile il recupero del romeno, improbabile quello del bucaniere argentino, l'unico vero ormeggio di una difesa che adesso si vota al talento del suo portiere.
Lasciate perdere il Manchester e pensate all'Inter. Perché soltanto dall'Inter e dalla prova del fuoco di mercoledì sera dipenderà il suo destino europeo che adesso conta più di ogni altro titolo, lo scudetto è in tasca. Bisognerà avere niente paura, come all'andata, e tutto il coraggio possibile. Bisognerà avere il senso del controllo del giovanissimo Santon (scommettiamo che arriva in Nazionale prima di Balotelli?) e anche la generosa applicazione dei grandi combattenti dell'armata morattiana per riuscire a capovolgere quello 0 a 0 di San Siro e trasformarlo in un vessillo storico. Già non basta una prova qualsiasi, neanche quella sicura e gagliarda di Genova. C'è bisogno di altro, molto altro.

Il ritorno di Ibrahimovic può garantire Mourinho e i suoi: avranno a disposizione il suo genio per una sfida che resta sempre aperta col Pallone d'oro, Cristiano Ronaldo. All'andata vinse il portoghese, questa volta aspettiamo lo svedesone.

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