Scultura, pittura e fotografia: le altre arti di Gina che non fu soltanto un'icona

Già a Miss Italia nel '47 aveva le idee chiare: "Studio da soprano e dipingo a olio"

Scultura, pittura e fotografia: le altre arti di Gina che non fu soltanto un'icona

Domanda: «Ha aspirazioni di vario genere?». Risposta: «Fare qualcosa di serio con le mie capacità». Così scriveva di suo pugno Gina Lollobrigida sulla scheda per l'iscrizione a Miss Italia alla vigilia di Ferragosto del 1947. Aveva 20 anni e alla fine della competizione si classificava al terzo posto in un'edizione piena di nomi fortunati, con Lucia Bosè e Gianna Maria Canale (ma quell'anno c'erano anche Silvana Mangano e Eleonora Rossi Drago che fu squalificata perché sposata con prole, ma questa è un'altra storia). Non immaginava certo che nel giro di pochi anni, appena cinque, sarebbe diventata la bersagliera di Pane, amore e fantasia, una delle attrici più amate nel nostro Paese e nel mondo. È un'altra Italia, quella che ci racconta quella scheda, diversa, non tanto per il modo con cui Gina Lollobrigida, di lì a poco per tutti «la Lollo», si fa notare, ossia un concorso di bellezza di cui oggi si sono perse le tracce se non in streaming, su Youtube, dove proprio pochi giorni fa s'è svolta l'ultima edizione, quanto per la rapidità con cui è diventata una celebrità mondiale incarnando nell'immaginario collettivo l'ideale femminile mediterraneo, sensuale e pieno di istinto. Il cinema italiano l'ha subito ingabbiata in quello stesso personaggio. Motivo per cui, negli anni della maturità, non ha potuto costruire ruoli alla sua altezza.

Ma Gina Lollobrigida, in silenzio e senza lamentarsi, da vera diva quale era, iniziò a diradare le sue presenze già negli anni '70 per dedicarsi all'arte, una passione che aveva coltivato fin dagli studi di pittura all'Accademia di Belle Arti di Roma. Prima però si occupò di fotografia. Durante molti viaggi ha mostrato il suo talento nel rappresentare luoghi, vicende umane, contesti culturali e antropologici diversi, passando dal Sud del mondo all'Occidente ricco e progredito. Un lavoro che le ha dato modo di pubblicare otto volumi di fotografie e di dirigere tre documentari, uno su Fidel Castro, uno su Indira Gandhi e uno sulle Filippine. Nel 1980 le sue foto furono esposte al Museo Carnevalet di Parigi, in quell'occasione il quotidiano Le Monde scrisse delle sue opere fotografiche: «Ha l'occhio di un Cartier-Bresson, ha talento, è piena di energia e le sue foto hanno una forza sconvolgente. È veramente una grande artista». Poi è stata la volta della scultura, ha posato come modella per artisti importanti come Giacomo Manzù: «È lui che mi ha comunicato l'umiltà e la passione indispensabili per scolpire», raccontò l'attrice. Dal 1990 aveva ripreso in pieno la sua attività di scultrice modellando, nell'atelier di Pietrasanta, in Versilia, più di sessanta sculture, di cui alcune in marmo, finendo per rappresentare l'Italia all'Expo di Siviglia con la scultura Vivere insieme, una grande aquila cavalcata da un bambino. Nel 1996 è diventata Accademica Onoraria dell'antica Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, mentre nel 2003 ha tenuto la prima grande esposizione delle sue opere al Museo Pukin di Mosca, conclusasi con l'incontro con Vladimir Putin.

Nel 2008 la pubblicazione del volume Vissi d'arte (Federico Motta Editore, con presentazione di Philippe Daverio), a chiudere la parabola di una vita speciale. Quella di una grande attrice ma anche artista che, sempre nel questionario di Miss Italia, a 20 anni, alla domanda «occupazione attuale», rispondeva: «Studio da soprano e dipingo a olio».

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