Se il mare è un incubo, decalogo del bagnante: niente telefono, al bando i campionati di calcio

La vacanza può trasformarsi in un incubo che fa rimpiangere l'ufficio: buche infinite, palle e palline che sfrecciano a una velocità esorbitante. Ecco il decalogo per tenere a bada chi manda in ferie anche la buona educazione

Se il mare è un incubo, decalogo del bagnante:  
niente telefono, al bando i campionati di calcio

Finalmente, con l’arrivo dell’estate, ci si può permettere di starsene comodi in spiaggia a rilassarsi. Ma è realmente così? Il Codacons rileva come quest’anno la maleducazione "da spiaggia" che spesso impera negli stabilimenti balneari della penisola, è in pericoloso aumento. Troppi i bagnanti che al mare si comportano come se la battigia fosse tutta di loro proprietà e come se gli altri non esistessero, rovinando il relax dei vicini di ombrellone. Ecco allora il decalogo del Codacons, un decalogo del bon ton da spiaggia, frutto dell’elaborazione delle proteste ricevute dall’associazione. Qualche punto potrà anche sembrare ovvio, peccato che nessuno lo rispetti. L’associazione invita pertanto gli stabilimenti balneari ad esporre questo decalogo, in modo da rendere le vacanze più piacevoli per tutti.

1) Telefonino? No grazie. Al primo posto delle lamentele degli italiani c’era proprio lui, il telefonino. A quanto pare nemmeno in vacanza riusciamo a farne a meno. Ma al vicino di ombrellone, che magari sta cercando di fare un meritato riposino, non interessa sapere i fatti vostri. Se proprio non potete farne a meno, escludete la suoneria, i toni della tastiera e conversate almeno a voce bassa. Se volete ascoltare la radio, infine, fatelo con la cuffia.

2) Fate largo, arrivo io. Rispettate lo spazio a voi destinato senza invadere l’ombrellone del vicino. Anche lui ha diritto al suo spazio vitale. Inoltre sappiate che i corridoi tra una fila d’ombrelloni e l’altra e i passaggi al mare sono destinati a tutti e, quindi, non vanno ingombrati nè con la sdraio, nè con i sandali o altre suppellettili.

3) Schizzi e spruzzi. È salutare entrare in acqua gradatamente. Se non lo volete fare, peggio per voi. Ma almeno evitate di tuffarvi con dei tonfi da barile schizzando il vicino che da ore sta cercando di adattarsi gradatamente alla temperatura dell’acqua gelata.

4) Doccia. Non state 3 ore sotto la doccia creando code chilometriche. La doccia al mare deve servire a rinfrescarvi non a lavarvi. Non usate poi saponi o shampoo: inquinano il mare.

5) Mamma: alzati e cammina! Se volete rimproverare vostro figlio o farlo uscire dall’acqua, non fatelo a distanza, urlando e disturbando il vicino che sta cercando di fare un pisolino. Alzatevi!

6) Campo di calcio e castelli. La spiaggia non è un campo di calcio. Se c’è uno spazio allestito allo scopo, ben venga una partitella, altrimenti ricordatevi che gli altri non sono contenti di ricevere le vostre pallonate in testa o sulla pancia. Stesso discorso per racchettoni o frisbee. Va bene fare il classico castello, ma c’è un limite a tutto. Se il bambino vuol fare la pista per le biglie non può occupare mezza spiaggia costringendo gli altri bagnanti a salti mortali per non rovinare la pista. Si alle gallerie, poi, ma no alle fosse!

7) Sport acquatici. Basta con i pericolosi e rumorosi acquascooter o barche a motore che arrivano fino a riva. Rispettate le leggi in materia.

8) Il mare non è una pattumiera! Non gettate le cicche di sigarette o la carta del gelato sulla sabbia. I resti del vostro pranzo non sono cibo per pesci. Cercate gli appositi cestini!

9) Ambulanti. Sappiate che vendono merce contraffatta e di pessima qualità. In ogni caso, se non c’è niente che vi interessi, si può dire un fermo «No grazie», senza bisogno di inscenare una discussione o contestare per 3 ore il prezzo per poi non acquistare nulla.

10) Cani.

Laddove è permesso portarlo in spiaggia, ricordatevi di tenerlo sempre vicino a voi, con guinzaglio (o guinzaglio e museruola se è una razza a rischio di aggressività). Non lasciate che seppellisca zoccoli, lecchi chiunque si avvicini o sollevi valanghe di sabbia. 

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