C'è chi come Franco Grillini, presidente di Gaynet, che si commuove davanti alle foto del matrimonio di Paola Concia apparse in esclusiva sulle pagine patinate di Vanity Fair. Ma c'è anche chi come Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che accusa la deputata del Pd di strumentalizzare le proprie nozze con la 44enne Ricarda Trautmann: "Vuole solo sollevare una battaglia ideologica che sconfina nella polemica con la famiglia prevista dalla Costituzione".
Non poteva certo mancare la polemica. Come al solito, quando si parla di matrimonio omosessuale ecco che la politica (e il Paese) si divide. Spaccatura netta. O pro o contro. A scaldare gli animi, questa volta, ci ha pensato la Concia che venerdì scorso si è sposata a Francoforte con la sua compagna. Ad assistere alla cerimonia c’erano gli amici (tra i tanti, il vice presidente dell’Assemblea del Pd Ivan Scalfarotto), i fratelli e anche le rispettive ex fidanzate. "Affari loro!", diranno i più. Non proprio. Il servizio fotografico (e non) confezionato da Vanity Fair ha fatto subito il giro dei principali organi di informazione che hanno ripreso la notizia scatenando così un dibattito acceso. Immediati i complimenti e le felicitazioni da parte delle comunità gay di tutta Italia. "Il matrimonio di Paolaa marca la distanza di altri Paesi con la medioevale arretratezza dello Stato italiano - sottolinea Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia - tutti noi abbiamo il dovere di darci ancora più da fare affinché un nostro sacrosanto diritto sia finalmente riconosciuto in Italia".
A cavalcare la situazione ci pensa subito Grillini che punta il dito contro il parlamento per non aver ancora legiferato a favore del matrimonio omosessuale: "Il fenomeno dei matrimoni gay oltreconfine ha ormai raggiunto proporzioni ragguardevoli e sono decine e decine le coppie che sono state costrette a 'emigrare' per potersi sposare essendo quello del matrimonio in Italia un privilegio riservato solo agli eterosessuali". Provocazione che non viene assolutamente colta da Giovanardi che ricorda piuttosto che le nozze della Concia "non hanno nulla a che fare con il matrimonio così come è disegnato nella nostra Costituzione laica e repubblicana". "In Italia e in Europa c’è la libertà di praticare l’orientamento sessuale che si ritiene opportuno - prosegue Giovanardi - tuttavia la nostra Carta prevede, quali requisiti per il matrimonio, un rapporto tra un uomo e una donna, per realizzare quella 'società naturale' che è il luogo in cui nascono i figli".
Molto duro anche Avvenire che bolla la scelta della Concia come "un gesto politico, una scelta strumentale per scatenare l’ennesimo, sterile, scontro". Il quotidiano della Cei non usa mezzi termini e critica profondamente certi "modelli mediatici e commerciali" portati avanti da parte di "una donna di sinistra, alternativa e controcorrente", che "francamente delude un po'". Quello che più del matrimonio in sé deve aver dato fastidio ad Avvenire è stata, in realtà, la cassa di risonanza messa in piedi dai media che hanno trasformato un momento comunque intimo in un episodio segnato da una pesante etichettatura ideologica. "Viene da chiedersi per quale motivo debbano farsi pretesto per il solito polverone propagandistico e il solito caso a orologeria", scrive il quotidiano dei vascovi ricordando nche matrimonio e unioni omosessuali appartengono a categorie ontologicamente diverse: "Non saranno espedienti legislativi né mode culturali a colmare questa distanza obiettiva".
La Concia è andata su tutte le furie. La posizione dell'Avvenire proprio non le è andata già: "Nessuno si sposa per provocare. A nessuna coppia eterosessuale si sarebbe detto questo. Io e Ricarda siamo molto offese per questi attacchi volgari".
Per scacciare le polemiche la deputata democratica sottolinea che si è sposata "in suolo tedesco". Tuttavia, per evitare le polemiche e aver salva la propria privacy, avrebbe potuto evitare il servizio su Vanity Fair...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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