Un secolo di storia negli archivi dei licei romani

Anche la pagella di Enrico Fermi, una lettera di Pio XII (già allievo del Visconti) esposti al Vittoriano fino all’11 giugno

Un secolo di storia negli archivi dei licei romani

Nica Fiori

Una parte fondamentale della nostra vita si è svolta indubbiamente tra i banchi di scuola, prima di raggiungere quella agognata maturità che ci ha introdotto agli studi universitari o direttamente nel mondo del lavoro. Per molti di noi i ricordi un po’ sbiaditi, ma ancora vivi, di come eravamo rivivono nella mostra documentaria «Dagli archivi delle scuole romane», curata da Alessandro Nicosia e inaugurata da Veltroni presso il Complesso del Vittoriano (fino all’11 giugno).
Pubblicazioni, quaderni, registri, diplomi, fotografie, strumenti didattici e altre curiosità provenienti da oltre 20 scuole romane, oltre a storici filmati d’epoca, evidenziano le trasformazioni dell’istituzione scolastica dall’Unità d’Italia agli anni ’80. Si tratta di una quantità impressionante di materiale che ora viene finalmente alla luce per illustrare la storia degli studenti e allo stesso tempo della città.
Nel liceo classico Pilo Albertelli (già III liceo Regio e Umberto I) ha studiato il genio della fisica Enrico Fermi, la cui pagella del 1917-18 attira lo sguardo dei visitatori, piena com’è di dieci e di nove. Anche la pagella del suo allievo Ettore Majorana (relativa all’anno 1922/23) è in mostra, stavolta nello spazio dedicato al liceo Tasso.
Il liceo Ennio Quirino Visconti espone una dedica di Pio XII, che è stato il suo più celebre studente. L’Istituto San Giuseppe de Merode espone, invece, un libro con le firme dei sacerdoti che dicevano messa, tra cui Angelo Roncalli, il futuro Giovanni XXIII.
Andando ancora più a ritroso nel tempo, troviamo i quaderni di scuola di Vittorio Emanuele III (anno scolastico 1880-81), che annotava con diligenza: «L’equatore è un circolo massimo i cui punti sono tutti ugualmente distanti». Un tema di un bambino di II elementare del 1891 ha un titolo «educativo» che rispecchia il pensiero dell’epoca: «La mano oziosa produce la mendicità, la mano attiva accumula ricchezze». Un altro ancora sentenzia: «Giovane, abbi coraggio e costanza, va al lavoro con piacere e con gioia e senza temere le difficoltà».
Il percorso storico dell’istruzione si snoda dalle origini alla vigilia dell’unità d’Italia, dall’età giolittiana al ventennio fascista, dagli anni della ricostruzione a quelli della contestazione giovanile, esponendo sempre materiali d’archivio, per lo più inediti.

Molto interessanti sono i laboratori didattici di scienze naturali, fisica, chimica, musica, officine meccaniche, con i loro pezzi da museo custoditi gelosamente, nonché banchi d’epoca, pennini, calamai e perfino realizzazioni all’uncinetto di economia domestica, disegni fatti da allievi particolarmente abili e giornali scolastici che spesso erano realizzati in proprio con il ciclostile.
Orario: dal lunedì al giovedì 9.30-19.30; venerdì e sabato 9.30-23.30; domenica 9.30-20.30. Ingresso gratuito.

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