Il segno dell'Inter sul torneo

Giornata amara per il camerunense Eto'o. Sprazzi d'autore per l'olandese Sneijder. Parte l'era Benitez e Moratti spera di fare cassa con Maicon e Milito

Il segno dell'Inter sul torneo

Il made in Inter non fa ten­denza. E per ora non ha lascia­to il segno. Ma forse ci siamo. Al mondiale esordisce la dife­sa brasiliana probabilmente più forte della storia. Non è più roba da pazza Inter con Mai­con, Lucio e Julio Cesar, pur con i suoi problemi fisici (in ag­giunta a Dani Alves, Juan e Thiago Silva). Svaniscono i ri­cordi di Gilmar, Djalma San­tos e Nilton Santos, Orlando, Bellini (1958); Felix, Carlos Al­berto, Brito, Piazza (1970); Taf­farel, Jorginho, Aldair, Marcio Santos (1994); Marcos, Cafu, Roberto Carlos, Lucio, Roque Junior (2002). La Champions fa testo, il Barcellona ne sa qualcosa: Dunga se ne inten­de.

Ad Appiano Gentile, zona la­go di Como dove il mondiale gli italiani lo vedono solo in tv, oggi si presenta Rafa Benitez, che ieri ha vagabondato tra il centro d’allenamento e gliuffi­ci di Moratti nel centro di Mila­no. Passeggiate monstre, sim­bolo d’inizio di una nuova era nerazzurra. Passerella da ap­prendista stregato, magari con un occhio alle partite dei suoi nuovi mondialisti, che non stavano proprio rimedian­do le migliori figure possibili. Chissà, il rimpianto per Ma­scherano si sarà fatto più forte. Anche se il pallino di Moratti è Steven Gerrard che, però, non ha rapporti eccellenti con Be­nitez. Ieri Sneijder ha regalato squarci d’autore. Sì, vero, non si è spremuto troppo, ma il tan­to è bastato per ricordare a tut­ti la sua aspirazione da prima­donna. Il povero Eto’o, invece, c’è rimasto male. Non aveva mai giocato un mondiale ed immaginate qual cartolina ri­cordo si porterà a casa. Poi ci si è messo anche Paul Le Guen, il suo ct. L’ha visto giocare terzi­no con l’Inter ed ha pensato: basta copiare. Certo, ma c’è modo e modo. Se davanti gio­cano Milito e Balotelli è un con­to. Se ti ritrovi con leoncini sdentati sarà meglio rivitalizza­re l’anima da centravanti go­leador.

Che si saranno detti Moratti e Benitez? Che ne facciamo di Maicon? Oppure: visto Milito in panca con l’Argentina? O magari si saranno complimen­tati del poter ancora affidarsi alla rocciosa e austera cattive­ria difensiva di Samuel che, fra tutti i nerazzurri finora in cam­po, è stato il più convincente. Già,perché Stankovic c’è rima­sto con un palmo di naso da­vanti al Ghana (Muntari addi­rittura è rimasto in panchina) e non ha mostrato d’avertanta benzina. Ecco, questo è il pri­mo colpo d’occhio dell’Inter dei Champions in sfilata: vo­glia tanta, birra un po’ meno.

Mourinho li ha stritolati, strizzati, alcuni talmente spre­muti che Moratti e Benitez do­vranno preoccuparsi per il fu­turo immediato, se non voglio­no­ritrovarsi una squadra cam­pione, con nomi da campioni e poco altro. Se lo saranno già detti il patron e l’allenatore? «Abbiamo parlato di macchi­ne », ha sviato Rafa. A casa Mo­ratti si intendono di auto: papà Angelo le regalava, come cade­au natalizio, a personaggi ai suoi occhi benemeriti. Quindi se Rafa è un appassionato, po­trebbe cavarne un premio a vincere. Di certo, il presidente e l’allenatore, in compagnia di Marco Branca, avevano già preso accordi circa squadra e futuro nell’incontro a Forte dei Marmi, una ventina di gior­ni fa. I giornali parlavano di Ca­pello (che peraltro non avreb­be mai accettato, nonostante fosse fortemente gradito da Tronchetti Provera) e loro par­lavano di Inter, caso Maicon compreso. Ecco, oggi va in campo l’In­ter che fa gola anche al merca­to. In attesa che Milito mandi gambe all’aria Higuain, in na­zionale, e attiri qualche estima­tore, Maicon Douglas Sisenan­do cercherà di mettere il circo­lino al suo anno perfetto: vince­re il mondiale con la Seleçao, eppoi trasferirsi a Madrid die­tro cospicuo ingaggio.

La caccia all’anno perfetto è l’ultimo gioco di società neraz­zurro: lo cercano i tre brasilia­ni, i due argentini, la prima­donna olandese, difficile ci pensino anche Eto’o, Muntari e Stankovic. Se vincesse il Bra­sile, l’anno diventerebbe per­fetto pure per l’Inter.

Moratti andrebbe ad intascare la gran parte dei 35 milioni chiesti al Real per il suo terzino e il bilan­ci­o sarebbe meno nero e più az­zurro. Triplete, mondiale e uno scolorito rosso di cassa: a questo punto l’Inter sarebbe davvero champion.

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