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Il segreto del sorriso di Kate Middleton

La bocca che abbaglia è di tendenza. Lo «sbiancamento» dei denti della futura regina d’Inghilterra ha fatto notizia. E ora tutti chiedono lo stesso trattamento: la «microrotazione»

Il segreto del sorriso di Kate Middleton

Smascherata. Credevate che il sorriso di Kate Middleton, consorte del principe William, fosse così abbagliante per dono divino? Sbagliato. I suoi regali denti perlati brillano di luce riflessa. Sono stati abilmente ritoccati e sbiancati.

A rivelarlo è il quotidiano britannico The Times che ha messo alle strette Bernard Touati, il dentista francese padre della tecnica odontoiatrica applicata su molari e incisivi della bella Kate dal suo collega anglosassone Didier Fillion: «Sì, è vero, la futura regina d’Inghilterra si è fatta sbiancare le arcate dentarie e si è anche sottoposta a una microrotazione dei denti per ottenere un’armoniosa asimmetria», ha ammesso.


Gli inglesi del resto se n’erano accorti già l’estate scorsa: quando la duchessa di Cambridge era arrivata a Los Angeles avevano notato che in televisione i suoi denti apparivano più abbacinanti degli Hollywood Smiles, i sorrisi ostentati dai divi sul Sunset Boulevard. Non era un’illusione ottica o un impeccabile ritocco da photoshop. Era semplicemente un falso d’autore. Ottenuto grazie a un sapiente intervento di cosmesi dentale. «Oggi la duchessa ha un sorriso luminoso, naturale, non come quello che piace agli americani che vogliono denti troppo simmetrici, artificiali e soprattutto monocromatici», ha aggiunto il dottor Didier Fillion.


Kate Middleton è soltanto l’ultimo personaggio famoso a essersi fatta sbiancare il sorriso. È l’ultima seguace di una tendenza sempre più diffusa che sta diventando un fenomeno anche in Italia.
«Donne e uomini, indistintamente e senza limiti di età, vogliono migliorare il proprio aspetto fisico partendo proprio dal sorriso, sbiancandolo e rimodellandolo con tecniche non invasive che, quando la dentatura è sana, consentono di migliorarla senza interferire sulla sua funzionalità», spiega il professor Franco Brenna, fondatore e consigliere dell’Accademia italiana di odontoiatria estetica e docente di odontoiatria conservativa all’Università degli Studi dell’Insubria.


«Non è solo vanità ma anche un fatto psicologico: un sorriso ingiallito e spento fa apparire più vecchi, al contrario un sorriso più luminoso e brillante in un viso maturo aiuta a ringiovanire e fa sentire meglio».
Dimenticate il «sorriso Durban’s», inseguito e sperato da chi negli anni Sessanta seguiva i consigli di Carosello: qui un dentifricio non basta per «sorridere come un dentice», come diceva Carlo Dapporto nei famosi spot. Qui si tratta di mascherine personalizzate riempite di gel sbiancante o di faccette di ceramica da applicare sui denti originali. Tecniche di cosmesi dentale che hanno conquistato per primi i divi di Hollywood, da Tom Cruise che se li fece sbiancare all’inizio carriera e ancora oggi non beve caffè nel timore di macchiarli, a Jennifer Lopez che porta sempre nella borsetta la mascherina odontoiatrica e quando ha un quarto d’ora lontano da occhi indiscreti la riempie di gel sbiancante e la indossa, alla turbolente attrice Lindsay Lohan che su Twitter ha pubblicato il suo sorriso smagliante e la frase «Grazie dottor Dorfman per lo zoom», riferendosi al trattamento sbiancante miracoloso firmato da Bill Dorfman, il dentista di Hollywood che sul suo sito ha testimonial a cinque stelle, come Anne Hathaway e il cantante Ozzy Osborne.


«L’importante è che il dentista valuti la conformazione del volto, la forma degli occhi, il colore della carnagione in modo che il risultato finale dello sbiancamento sia il più naturale possibile», dice il professor Brenna. «Nell’epoca odierna in cui la parola d’ordine è sobrietà, una luminosità eccessiva e senza sfumature tende a snaturale la vera bellezza».
Insomma meglio la perfezione relativa che quella assoluta.

Senza comunque mai dimenticare, come diceva in modo allusivo lo scrittore americano Henry Miller: «Il modo migliore di mostrare i denti è con un sorriso». Meglio però se si tratta di un sorriso che più bianco non si può.

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