«Cherie fa le marchette per Er Pappone»: ci è impossibile sapere se il Santo Padre esiga la traduzione anche in romanesco del consueto riassunto stampa internazionale mattutino, ma se fosse il caso, sarebbe così che avrebbe letto ieri dellultimo tormentone da parte della sempre maliziosa stampa britannica a proposito di Cherie Blair, distinto avvocato al Foro di Londra e fedele coniuge del premier uscente Tony Blair, nonché il credente cattolico più famoso e più discusso del protestantissimo, sebbene ormai anche scristianizzatissimo Regno Unito. Nemmeno in occasione del fine mandato, dopo un decennio esatto passato al numero 10 di Downing Street, i giornalisti di (mala)lingua inglese sono disposti a fargliela passare liscia, e dal momento che i particolari dellultimo caso legale (di per sé assai routinario, persino banale) di cui le tocca occuparsi gli offrono ricche possibilità di malintesi e doppisensi, soprattutto in occasione della pre-annnunciata udienza concessa per oggi a suo marito Tony insieme a lei e la figlia 17enne Kathryn da parte di Benedetto XVI, hanno deciso di sparare alla grande. La foto in prima pagina di diversi quotidiani londinesi infatti ritraeva infatti la signora Blair in compagnia di un grasso grosso signore dallaria losca e sornione, in uno stravagante vestito fucsia, medaglione da Cafonal spuntato sullirto petto: «Vorrei vedere linterno di casa sua, compresa la camera da letto» avrebbe detto la Blair, rispetto ai particolari del caso (il signore in questione, ricchissimo proprietario di una serie di locali... ambigui che a partire dal 1° luglio, dovrebbero praticare il bando del fumo, che da quella data entra in vigore anche in Inghilterra: e lui ha chiesto i servizi del miglior avvocato disponibile per perorare la sua causa in tribunale, cioè dimostrare che non gestisce locali ma case private). In parte la notizia è ghiotta perché mette in scontro diretto il premier laburista e sua moglie (ancora più a sinistra su quasi tutto); secondo il principio dei Fori inglesi «taxi rank» (cioè il primo avvocato disponibile è tenuto ad assumere il cliente) la Booth-Blair non poteva fare diversamente, e da brava professionista si è messa subito a fare i necessari - sebbene luridi - sopralluoghi sui locali in questione; ma la vera attrattiva di questa notizia era la quasi coincidenza della visita in Vaticano, e levidente assonanza visiva dimostrata dalla foto di Cherie sul soglio della porta di questo suo nuovo cliente: agli occhi del lettore inglese mediamente informato, il collegamento mentale alla visita attraverso il Soglio del Vaticano era quasi dobbligo. Prendiamo la briga di spiegare nelle minuzie questa faccenda perché spiega perfettamente le difficoltà di un personaggio pubblico britannico alle prese con un gesto - pubblico o privato che sia - che possa essere rappresentato diversamente, in modo forse pretestuoso, per il divertissement dei lettori o dei telespettatori. La vita pubblica di Cherie è stata peraltro costellata di mille momenti di goffagine, défaillance, e cattivo gusto, di cui i lettori inglesi sono ben consapevoli, quindi lultimo «caso» montato ad arte fa parte della sequela.
I media inglesi si sono divertiti con lo strano rapporto con il Cattolicesimo da parte di Tony Blair dal primo giorno del suo insediamento a Downing Street, residenza ufficiale del premier britannico, e la notizia di questa misteriosa visita - se non negata, almeno non confermata dal normalmente candidissimo ufficio stampa del premier; mentre è stata diffusa con estrema energia dal piccolo ma influente «partito cattolico inglese» - assai presente nei media ma anche in politica - in maniera che ha subito trovato eco nelle frange più filo-cattoliche di certa stampa dopinione italiana, come se si trattasse di un fatto certo che aspetta solo la conferma ufficiale.
Linteresse di Blair per la religione di sua moglie è quindi arcinoto; fa notizia agli inglesi perché nessun premier in quasi tre secoli di democrazia parlamentare britannica è mai stato cattolico (e fino a 180 anni fa, i cattolici non potevano nemmeno entrare in Parlamento), come la sua assidua frequentazione della chiesa di sua moglie e dei quattro figli (tutti battezzati cattolici, a differenza del premier che rimane anglicano). Nel 1996 è stato persino ripreso pubblicamente dellallora cardinale arcivescovo di Westminster (e quindi capo della chiesa cattolica inglese) Basil Hume. Si sa anche che lultimo Pontefice Giovanni Paolo II gli ha concesso la messa in occasione di unudienza insieme alla moglie Cherie. I giornali inglesi spesso citano «fonti vicine a Blair» che parlano di una sua «prossima conversione in seguito alle dimissioni da premier». Quindi vista la oltre decennale fenomenologia di «Tony cattolico», per certi giornalisti inglesi saremo al dunque: dovremo vedere in giornata una specie di «fumata bianca» (stiamo parlando dei media inglesi e ogni metafora è possibile), un annuncio dal balcone in Piazza San Pietro «habemus conversione».
Tanto impensabile questo, quanto sarebbe improbabile che lo stesso Blair volesse «bruciare» uno degli aspetti di interesse nei suoi confronti che sopravviverebbe anche alla sua uscita dalla politica. In altre parole, se larci-mago della propria immagine Blair annunciasse la sua prossima conversione al cattolicesimo, perderebbe uno degli argomenti che altrimenti avrebbe tenuto alta la curiosità della gente sulla sua persona.
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