A rischio di genocidio sono ancora gli ebrei

Non è necessaria alcuna indagine per stabilire che Israele non sta realizzando alcun genocidio nei confronti dei palestinesi e che lo Stato degli ebrei si sta semmai difendendo

A rischio di genocidio sono ancora gli ebrei
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Gentile Direttore Feltri, nel suo ultimo libro, La speranza non delude mai, il papa scrive che Israele potrebbe essere colpevole di genocidio nei confronti del popolo palestinese, dando forza così alla tesi della sinistra che vorrebbe gli ebrei autori di una sorta di pulizia etnica, ovvero di sterminio. Lei cosa ne pensa? Il messaggio del papa, a mio modesto avviso, è pericoloso e inopportuno.

Marco Bianchi

Caro Marco,
è pacifico che per genocidio si intende il metodico annientamento di un gruppo etnico, razziale o religioso, realizzato attraverso lo sterminio degli individui nonché mediante cancellazione di valori, simboli e documenti culturali. Un atto criminale quindi compiuto su larga scala e inquadrato dal diritto internazionale quale crimine contro l'umanità. Non è necessaria alcuna indagine per stabilire che Israele non sta realizzando alcun genocidio nei confronti dei palestinesi e che lo Stato degli ebrei si sta semmai difendendo da quella che è stata una aggressione fondata sull'odio razziale ed etnico, quella del 7 ottobre 2023, pianificata e messa a segno da un gruppo terroristico, Hamas, che ha nel suo statuto, posto come obiettivo, lo sterminio degli ebrei. Quindi, rimettiamo le cose in ordine: gli ebrei sono le vittime. Tacciarli ora di essere autori di genocidio, o di avere questa intenzione, di nutrire questa volontà, è imbarazzante, se non addirittura vergognoso, in quanto offende un popolo che il genocidio lo ha subito, ossia lo sterminio di milioni e milioni di esseri umani in quanto ebrei, un popolo altresì preso di mira da quelle organizzazioni terroristiche islamiche che vorrebbero annientare lo Stato d'Israele e la sua popolazione.

Penso che il papa abbia tutto il diritto di esprimere i suoi dubbi, le sue perplessità e le sue opinioni, ma esternare questo pensiero e sollevare questo interrogativo in questo preciso momento, ossia nel momento in cui l'Europa intera è colpita dal fenomeno della recrudescenza dell'antisemitismo e in cui le manifestazioni pro-Pal diventano in tutto il vecchio continente, non soltanto in Italia, sempre più violente e il terrorismo islamico risorge, è poco prudente oltre che iniquo. Sarebbe stato il caso di condannare l'odio razziale verso gli ebrei, gli episodi di violenza che subiscono, la loro esclusione da conferenze, convegni, eventi culturali, addirittura alberghi, le scritte antisemite che si leggono sui muri di tutta Europa, la lista dei cosiddetti agenti sionisti da massacrare, i cortei in cui si inneggia al terrore islamico, in cui si esprime il lutto nei confronti dei capi di Hamas, in cui vengono applauditi i delinquenti di Amsterdam che hanno condotto la caccia all'ebreo dopo una partita di calcio.

Adesso la sinistra estremista, amica dei terroristi islamici, potrà vantare di avere anche il pontefice dalla sua e si sentirà maggiormente autorizzata, ammesso che cerchi autorizzazioni questa sinistra qui che fa del disprezzo della legge e della legalità il suo marchio, a ricorrere alla forza bruta contro la polizia, contro gli ebrei, contro chiunque estrinsechi un pensiero opposto al suo.

Urleranno: «È genocidio, lo dice pure il papa».

Andiamo proprio bene. Da Kabul è tutto.

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