Roma - In attesa del discorso di Fini a Mirabello, in programma nel pomeriggio di domenica, il presidente del Consiglio torna a ribadire alcuni concetti chiave: per prima cosa, senza un chiaro sostegno della maggioranza al governo si tornerà a votare. E il messaggio, senza troppi giri di parole, è rivolto chiaramente ai parlamentari che hanno aderito al gruppo "Futuro e libertà". Berlusconi, al contempo, lancia loro un ramoscello d'ulivo. Rivolgendosi ai finiani dice loro: chi di voi tornerà indietro, nel Pdl, sarà ben accolto. E sarà ricandidato quando si tornerà alle urne.
Al voto se viene meno maggioranza "Il sostegno della maggioranza è stato fondamentale" per "l’azione di governo", ha spiegato il premier, "solo grazie a questo sostegno infatti, abbiamo già potuto realizzare una parte consistente del programma proposto agli italiani e consacrato dalla maggioranza degli elettori". Ora, ha aggiunto, "sarebbe imperdonabile che per puri interessi personali e di parte questo sostegno venisse meno tradendo il mandato e la fiducia degli elettori. Se proprio dovesse succedere torneremo dagli elettori che sapranno bene a chi dare il loro voto".
Messaggio ai finiani "Tutti i nostri parlamentari che, avendo prima deciso di fare parte di un nuovo gruppo, dovessero per senso di responsabilità e per lealtà nei confronti degli elettori che li hanno votati, decidere di restare nel gruppo del Pdl, tutti, nessuno escluso, potranno contare sulla nostra amicizia, sulla nostra solidarietà e lealtà, anche nel momento della formazione delle liste elettorali". È l’appello che il premier Silvio Berlusconi rivolge ai finiani di Fli in un messaggio ai Promotori della libertà.
Nella mozione di fiducia niente processo breve Berlusconi è tornato a parlare del delicato tema della giustizia, soffermandosi sul cosiddetto "processo breve", contestato dalla sinistra ma anche dai finiani. "Nella mozione sulla giustizia, per quanto mi riguarda non dovrebbe esserci il cosidetto processo breve, che dovrebbe invece essere finalmente un processo per tutti di ragionevole durata e cioè di una durata massima di sei anni e mezzo, molto di più di quel che durano i processi nelle vere democrazie. Ma siccome quando si tratta di giustizia e di processi - prosegue - non c'è una norma che non tocchi, non riguardi uno dei tanti processi o meglio delle tante aggressioni che mi sono state rivolte in questi anni per tentare di sovvertire il voto degli italiani, anche se questa norma è giusta ed anzi assolutamente doverosa , la sinistra e i suoi giornali la fanno diventare uno scandalo e la mettono al centro di una campagna ancora e sempre contro di me. Allora io voglio rassicurare ancora una volta la sinistra. Per quanto mi riguarda - ha proseguito il premier - dentro la mozione sulla giustizia che porteremo all'approvazione del parlamento prossimamente, non dovrebbe esserci alcun riferimento a questo cosidetto processo breve. E quindi, per favore, la piantassero di fare tanto baccano e pensassero piuttosto al loro vuoto di idee, di programmi e di leader".
Governo, un'estate a lavorare "Ci lasciamo alle spalle un’estate riempita di chiacchiere inutili, stravaganti, deprimenti, un’estate di troppa politica politicante e lontana dalle iniziative concrete: insomma quel vecchio mai tramontato teatrino della politica che ha ormai disgustato tutti gli italiani". Il premier ribadisce che "è stato davvero un agosto politicamente folle, occupato da diatribe che nulla hanno a che fare con il concreto operare del Governo". "Comunque - puntualizza - il presidente del Consiglio e il Governo hanno pensato soltanto a lavorare. Mentre gli altri erano indaffarati nelle chiacchiere, noi ci siamo impegnati, lavorando anche in agosto, per sostenere la ripresa dell’economia e rimettere in moto lo sviluppo del nostro Paese, dopo averne consolidato i conti pubblici grazie alla politica del rigore".
Legge elettorale rispetta democrazia liberale "Di questa legge elettorale, super criticata dalla sinistra, certo non si può dire che non rispetti il principio basilare della democrazia liberale: e cioè che il popolo sia sovrano. "In Italia infatti - spiega Berlusconi - grazie a questa legge, è finalmente il popolo che con il suo voto al contrario di quanto succedeva prima, decide chi sarà il presidente del Consiglio, quali saranno le alleanze di governo e quale sarà il programma che il governo e la maggioranza parlamentare si impegnano a realizzare. A questo principio sacrosanto, l’opposizione di sinistra, prigioniera del passato, continua a preferire i vecchi giochi di palazzo. L’obiettivo fin troppo scoperto è quello di sovvertire il verdetto elettorale e di portare al governo loro stessi, cioè chi ha perso le elezioni".
Tentativo sinistra è eversivo La sinistra e alcuni magistrati simpatizzanti stanno tentato di rovesciare il risultato delle ultime elezioni. "Voi - si rivolge il premier ai Promotori della Libertà - nei contatti con gli altri, dovete denunciare ai nostri elettori, ai nostri simpatizzanti proprio questo continuo tentativo eversivo, neanche troppo nascosto anzi ormai scoperto, di ribaltare i risultati elettorali, di ribaltare la democrazia con il soccorso di alcuni".
Bersani: normale che l'opposizione lo vogli mandare via "In tutte le democrazie del mondo l’opposizione vuole mandare a casa il governo e, nello stesso tempo, preparare una alternativa". Lo dichiara il segretario Pd, Pier Luigi Bersai, comentando le parole del premier Berlusconi.
"Quello non c’è in nessuna democrazia del mondo - prosegue - è un capo del governo che, invocando il consenso che ha, forza le regole a suo piacere. Lo si vede bene dalla riaffermazione da parte di Berlusconi di una legge elettorale che consente di nominare i parlamentari e impedisce ai cittadini di sceglierli davvero".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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