Tutti abbiamo imparato a conoscere la simpatia contagiosa di Lillo. L’attore romano, che insieme a Claudio Gregori ha formato il duo Lillo e Greg, nel corso del tempo si è imposto nel panorama televisivo italiano grazie a una comicità di stile, pungente, graffiante e per nulla banale. Lanciato da Le Iene, dal 2002 insieme a Greg è autore di 610, trasmissione di Rai Radio 2. Ma Lillo è questo e molto molto e lo dimostra nella serie di Amazon Prime Video che debutta in Italia il 5 gennaio. Prodotto da Lucky Red in una collaborazione – per l’appunto – con Amazon, la serie intitolata Sono Lillo è un vero e proprio tornado di comicità, capace di essere sia un racconto melanconico che una fotografia sullo stato della satira e della stessa comicità nell’era del politicamente corretto.
Otto gli episodi previsti (noi abbiamo visto in anteprima i primi tre) per una commedia intelligente e che si prende in giro da sola, in cui brillano le doti di Lillo. Di sicuro e al netto delle aspettative, non è una serie che passerà alla storia come il prodotto comico dell’anno, eppure Sono Lillo gioca molto bene le sue carte proponendo uno sguardo dolce e accorato al mondo dello spettacolo, alla realtà che stiamo vivendo e ai menage di coppia e familiari. Una miscela perfetta per uno show che intrattiene con piacere senza scadere in trovate volgari e di poco conto.
L’attore che non vuole essere più un comico
Ambientata in una Roma lucente e da cartolina, la serie si sofferma sulla vita di Lillo. Comico di professione, sottopagato e senza prospettive di crescita, cerca di uscire dal ruolo e dal personaggio di Posamen. Quel personaggio che si è costruito ha messo a rischio il suo matrimonio e ora cerca di uscire fuori da questo impasse con la speranza di non perdere sua moglie e la vita che si è costruito. Un’impresa impossibile per Lillo, ormai imbrigliato in una situazione senza nessuna via di uscita. Circondato da personaggi fuori dagli schemi come una cognata vegana che pensa solo al suo benessere e un agente squattrinato, Lillo cerca di combattere i suoi stessi "demoni" e diventare finalmente un adulto. Per una persona come lui che, da sempre, è cresciuto a pane e comicità non è affatto facile. Si rivolge a sua madre e suo fratello ma, causa forza maggiore, si trova invischiato in un torbido (e divertente) gioco di inganni e segreti. I tre episodi che abbiamo visto in anteprima regalano un ottimo spunto di riflessione sulla serie e per poter scrivere un bilancio sulla nuova serie di Amazon.
Una comicità mordi e fuggi
In verità, c’erano basse aspettative sulla riuscita di Sono Lillo. La serie, però, figlia di un fenomeno televisivo nato e cresciuto sul web, riesce a creare qualcosa di nuovo e di originale nel panorama televisivo italiano, dando vita a un prodotto comico ma che riflette sullo stato stesso della comicità, imbrigliata in meccanismi abusati e (oramai) usurati. E, nelle sue battute mordi e fuggi, la serie di Amazon conferma il fatto che, con pochi mezzi e una sceneggiatura minimale, si può costruire qualcosa di buono. Sono Lillo regala ore liete al pubblico, ma allo stesso tempo, lascia il margine di pensare su quanto sia difficile far ridere le persone e, soprattutto, quanto sia complicato il lavoro del comico. Un lavoro in cui non c’è spazio per i sentimenti e in cui conta solo il saper far ridere e sorridere il pubblico. Lillo entra in un loop di autodistruzione, capendo di essere vittima del suo personaggio ma, appendere al chiodo il suo ruolo da comico, non è facile come sembra.
Una serie meta-televisiva
Lillo interpreta se stesso nella serie ma c’è dell’altro dietro al progetto. Il titolo fa riferimento a una battuta che il comico ha recitato durante la prima stagione di Lol: chi ride e fuori, il reality di successo di Amazon. E, il personaggio di Posamen, super-eroe fuori forma che fa il verso ai personaggi dei fumetti, proprio nel reality sho ha dato vita a una serie di gag comiche che hanno poi popolato la rete. Lillo ha trovato nuova visibilità lontano dal "suo" Greg, e sfruttando questo trend, è stata costruita una serie di tutto rispetto che insegue le mode e il click facile, ma allo stesso tempo, racconta una storia dolce, amara e sofferta di un comico che non vuole far più ridere la gente e che cerca di uscire fuori dal personaggio da lui stesso creato.
Un "cult" del nuovo anno?
Forse tre episodi sono pochi per valutare una serie nella sua interezza ma, in questo caso, sono sufficienti per capire fin dove si può spingere Sono Lillo. L’incipit è uno sguardo sincero sulle tematiche dello show e bastano per compiere un breve bilancio. Si può parlare già di un cult? Forse è un po' eccessivo, eppure la serie ha tutte le carte in regola per farsi strada in un panorama molto affollato. Diverte ed è consapevole di farlo e lo fa con battute originali e pungenti, senza mai scadere nel volgare. È una serie con un solido impianto narrativo, che dosa le parti comiche da quelle drammatiche, e che regala al pubblico battute intelligenti che di sicuro saranno virali per il web.
Una scommessa vinta in partenza
A onor del vero, fin da quando è trapelata la notizia di Sono Lillo, non si pensava minimamente che il prodotto potesse essere curato in ogni dettaglio. Che fosse una serie comica non c’era nessun dubbio, ma che potesse andare ben oltre è stata una sorpresa.
Amazon e Lucky Red hanno rischiato ma, allo stesso tempo, cavalcando l’onda di un personaggio noto, hanno costruito una serie comica ma che lascia il segno, perché parla di noi, di ciò che siamo e di ciò che vorremmo essere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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