L’ex agente russo ucciso con il tè al polonio: la tragica storia di Litvinenko

La storia del dissidente russo che è stato ucciso a Londra nel 2006 viene raccontata in una serie tv che arriva su Sky dal 25 gennaio

L’ex agente russo ucciso con il tè al polonio: la tragica storia di Litvinenko

Il mondo che ci circonda, ancora una volta, diventa fonte di ispirazione per film e serie tv e per cercare di raccontare la società contemporanea con tutti i suoi punti oscuri e le contraddizioni. Nel novembre del 2006 gli occhi di tutto il mondo erano puntati sulla morte di Litvinenko, l’ex spia russa uccisa con del tè al polonio. La vicenda, che ha messo in moto un vero e proprio intrigo internazionale, è il punto focale di Litivinenko – indagine sulla morte di un dissidente. I 4 episodi che sono su Sky e Nowtv a cadenza settimanale dal 25 gennaio raccontano non solo le cause della morte agente dei servizi segreti russi in fuga dal "regime" di Putin, ma mette in scena anche una serrata indagine molto coinvolgente e piena di risvolti.

Un ritratto umano quello di Litvinenko che colpisce proprio perché la serie tv non lesina sui dettagli della morte dell’ex spia e di tutto ciò che ne consegue. Già 17 anni fa, si respiravano conflitti e ingerenze tra Europa e Russia. Lo show che è ispirato a fatti realmente accaduti, romanza la morte di Litvinenko ma, al tempo stesso, innalza l’immagine di Marina – sua moglie – che non si arrende di fronte le avversità pur di rendere giustizia a suo marito.

Storia di un uomo che vuole fuggire dalla "Grande Madre Russia"

Ci troviamo a Londra. È sera nella capitale e la famiglia Litivinenko, originaria della Russia, sta festeggiando il riconoscimento come cittadini inglesi. Poi la corsa in ospedale e la tragedia. È proprio Aleksander che, consapevole di trovarsi in punto di morte, chiede aiuto da parte della polizia britannica per indagare in merito al suo avvelenamento. L’uomo confessa di essere una ex spia russa in fuga dalla Russia, rivela di essere stato avvelenato ma nessuno crede ai suoi vaneggiamenti. È Marina, sua moglie, che convince le autorità a vederci chiaro e, infatti, dopo alcune indagini, si scopre che Litivinenko è stato avvelenato con del polonio radioattivo diluito in tè. La pista porta a un intrigo internazionale e a un braccio di ferro tra Europa e Russia. L’ex agente, dopo 16 giorni, muore. La moglie decide di portare avanti la sua battaglia e riabilitare il nome del marito.

Un dissidente che ha cuore la sua famiglia

Di sicuro ci troviamo di fronte a una serie non facile da digerire. Il solo primo episodio, in cui passo dopo passo l’ex spia si spegne sotto gli effetti del veleno, è un vero e proprio pugno in pieno viso. Il resto della narrazione attenua un po' la sua intensità ma non perde la sua potenza. A colpire di più non è solo la storia di un uomo che vuole voltare le spalle a un Paese in cui non esiste il concetto di libertà, ma è anche il ritratto di un dissidente che perde se stesso pur di assicurare alla moglie a al figlio la speranza di un futuro migliore. La fiction, con tratto fermo e deciso, delinea i contorni di una vicenda nera ma attualissima, nonostante sia ambientata più di 17 anni fa, in cui si intuisce come lo strapotere di Putin si muova con agilità nelle alte sfere della politica mondiale.

Un intrigo internazionale pieno di luci e ombre

La morte dell’ex spia Russa, all’epoca dei fatti, ha messo in moto una vera e propria macchina mediatica. Infatti quello che è accaduto a Litivinenko ha interessato la stampa internazionale proprio a causa delle continue negazioni da parte delle autorità russe in merito al loro coinvolgimento. Un braccio di ferro tra Europa e Mosca che non ha mai trovato la sua giusta conclusione. A causa delle pesanti accuse rivolte a Putin da parte di Aleksander, un’accusa chiara e precisa che ha chiuso il primo episodio della serie, tutta la famiglia Litivinenko per 10 anni è finita nella bufera, dato che la moglie della spia non ha mai accettato la sconfitta e ha cercato di sbrogliare il nodo della matassa. La serie, a cui hanno collaborato in qualità di consulenti gli agenti che si sono occupati del caso, Clive Timmons e Brent Hyatt, l’avvocato Ben Emerson e la famiglia di Litvinenko, non fa altro che mette in mostra i contorni oscuri dell’eterna lotta tra Europa e occidente.

David Tennant, l’attore che interpreta Litivinenko

A dare forma a questa storia così complessa ci ha pensato uno degli attori più popolari in Inghilterra, da sempre diviso tra tv e teatro. David Tennant è noto principalmente per aver interpretato tra il 2005 e il 2013 il Decimo Dottore, la decima incarnazione del personaggio della celebre serie di fantascienza chiamata Doctor Who; è stato anche l'ispettore Alec Hardy in Broadchurch, il demone Crowley in Good Omens, e Kilgrave in Jessica Jones. Al cinema, il ruolo che l'ha reso celebre è quello di Barty Crouch Jr. in Harry Potter e il calice di fuoco. Dal 2017 è la voce di Paperon de' Paperoni nella serie animata Disney Duck Tales, reboot dell'omonima serie del 1987. A teatro invece ha preso parte a diverse rappresentazioni a opere di Shakespeare come Amleto e Romeo e Giulietta.

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La storia dietro la fiction: chi era la ex spia russa

Prima di accusare direttamente Putin della sua morte, Litvenenko è stato un fedelissimo della "grande madre Russia". Arruolatosi nell'Armata Rossa per seguire le orme del padre, è divenuto sottotenente e viene notato dai reclutatori del KGB e, successivamente, assegnato al Terzo direttorato che si occupava dell'Analisi e soppressione delle attività delle organizzazioni criminali. Nel corso del tempo, però, ha criticato aspramente l’operato di Putin. Accusò pubblicamente i suoi superiori di aver organizzato un piano per assassinare il milionario Boris Berezovskij, il quale verrà trovato morto nella sua residenza nei pressi di Londra in circostanze non chiare solo il 23 marzo 2013, in apparenza per un suicidio. Per questo motivo, non sentendosi più al sicuro nel suo paese ha deciso di lasciare la Russia. Pensò di andare in Italia dove viveva suo fratello, ma trovò asilo nel Regno Unito, dove ottenne lo status di rifugiato politico. La serie tv di Sky, però, omette tutto il passato di Litvenenko, preferendo raccontare la sua vita solo attraverso rapidi racconti alle autorità inglesi.

Litivenko era un personaggio scomodo?

La sua figura all’interno del contesto internazionale è "oscura". Prima di remare contro la politica di Putin si dice che sia stato un uomo molto crudele, soprattutto durante la sua militanza nel KBG. È stato accusato di aver maltrattato un arrestato durante un interrogatorio.

Litvinenko, però, è riuscito a rintracciare il video originale e dimostrare di non essere lui il colpevole. Venne comunque imprigionato per otto mesi in attesa del processo e, successivamente, rilasciato per insufficienza di prove. Per questo motivo pare che abbia deciso di lasciare la Russia.

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