Da sempre la cultura nipponica ha destato grande interesse sia per i suoi miti, le leggende e le tradizioni ma anche (e soprattutto) per tutto quello che riguarda il mondo dell’intrattenimento, crogiolo di storie influenti e dal grande appeal. Non solo cinema, ma anche la tv, letteratura e gli "anime". Proprio nel nostro Paese, tra la fine degli anni ’70, i manga giapponesi e gli annessi adattamenti televisivi hanno trovato largo consenso tra i giovani, diventando dei veri e propri cult. Da Mazinga a Goldrake, da I cinque Samurai ai Cavalieri dello Zodiaco, sono solo alcuni dei manga più celebri di sempre che, ancora oggi, possono contare su una schiera ben folta di fan e di estimatori. Ovviamente, c’è chi cerca di clonare l’anima giapponese e adattarli ai propri usi e costumi con film e serie tv ispirati ai grandi classici, come è successo, ad esempio, con l’adattamento (fallimentare) de I cavalieri dello Zodiaco. E, questa volta, un altro mostro sacro della letteratura giapponese viene rimaneggiato per una serie tv molto attesa che ha fatto già aguzzare le orecchie dei puristi dei manga. Stiamo parlando di One Piece. La serie di Netflix che, per l’appunto, arriva in streaming dal 31 agosto, è un adattamento con attori in carne e ossa di una tra i manga e gli anime più celebri degli ultimi vent’anni.
In bilico tra racconto di fantasia, dramma di formazione e duelli cappa e spada, One Piece è uno tra gli anime di maggior successo in Italia e in onda sulle nostre reti dal 2001. Oltretutto è anche uno dei programmi più longevi che sono stati realizzati in Giappone, tanto da vincere diversi primati. E la serie di Netflix è simbolo di un successo che va ben oltre la terra del Sol Levante. Ma, nonostante ciò, ci sono tanti dubbi sulla sua release finale. Primo fra tutti: sarà un adattamento fedele? Oppure anche il mito di Once Piece si piegherà alle leggi di mercato nella moderna serialità televisiva? Ecco perché, come i tanti anime giapponesi, anche One Piece è un progetto che potrebbe non piacere a tutti.
Il debutto risale al luglio del 1997
Scritto e disegnato da Eiichirō Oda, fumettista giapponese che deve la sua notorietà principalmente a One Piece, pubblica per la prima volta le avventure di Monkey D. Rufy nel giugno del 1997 sulla rivista Weekly Shōnen Jump, uno dei settimanali più longevi in Giappone. Successivamente, a fronte di un buon consenso da parte del pubblico, la stessa casa editrice del magazine raccoglie le prime tavole in un volume singolo, detti tankobon, che vedono la luce nel dicembre dello stesso anno. Da quel momento in poi tutti, ma proprio tutti, restano sedotti dalla storia del ragazzino che mette su una ciurma strampalata per cercare di mettere le mani sul leggendario tesoro di One Piece (da qui il nome della serie) e diventare così il Re dei Pirati. Dal 1997 ad oggi la serie è ancora in produzione e conta più di 106 volumi pubblicati. L'edizione italiana è curata da Star Comics – casa editrice specializzata nella pubblicazione di manga giapponesi - che ne ha iniziato la pubblicazione in albi corrispondenti ai volumi giapponesi dal primo luglio del 2001. Ha goduto e gode ancora oggi di uno straordinario successo. Diversi volumi del manga hanno raggiunto record di vendite e di tiratura. Ad esempio, il 15 giugno 2015 è entrato nel Guinness dei primati come serie a fumetti disegnata da un singolo autore con il maggior numero di copie pubblicate. È poi il manga ad avere venduto di più al mondo con oltre 500 milioni di copie in circolazione.
Dalla carta stampata alla serie animata
E come accade di solito, anche One Piece è diventato una serie televisiva animata. È un passaggio quasi di rito per tutti i manga, ma per la storia di Oda ha rappresentato un altro record. Prodotta da Toei Animation e trasmessa in Giappone su Fuji TV dal 20 ottobre 1999, oggi è ancora in produzione dato che la storia di One Piece non trovato la sua degna conclusione. Un successo che è andato ben oltre la terra nipponica, trovando spazio anche nel nostro Paese durante gli anni d’oro della tv generalista. L'edizione italiana è andata in onda su Italia 1 dal 5 novembre 2001 per poi continuare su Italia 2 nel 2012. Inizialmente intitolata All'arrembaggio!, la serie ha avuto diversi cambi di denominazione nel corso delle stagioni, fino ad assestarsi sull'originale One Piece. Toei Animation ha prodotto inoltre 13 special televisivi, 15 film anime, due cortometraggi 3D,un ONA (acronico per web-series) e un OAV (film per il grande schermo). Svariate compagnie ne hanno tratto merchandise di vario genere, come colonne sonore, videogiochi e giocattoli.
Quello strano universo di One Piece
La storia segue le avventure di Monkey D. Rufy, un ragazzo il cui corpo ha assunto le proprietà della gomma dopo aver inavvertitamente ingerito il "frutto del diavolo". Reclutando compagni per formare una ciurma, Rufy esplora la Rotta Maggiore in cerca del leggendario tesoro One Piece e inseguendo il suo obiettivo di diventare il nuovo Re dei pirati. Ciò che ha reso tale il manga e l’anime non è solo il racconto che miscela miti e leggende del mondo dei pirati ma, più che altro, delinea anche un mondo bizzarro che è immerso, quasi nella sua totalità, in un oceano pericoloso e insidioso ma con il suo assetto sociale e politico.
Lungo un meridiano e il suo antimeridiano è situato l'unico continente, la Linea Rossa che a causa della sua inospitalità è quasi completamente disabitato, mentre lungo l'equatore si trova la Rotta Maggiore una striscia di mare con correnti, condizioni climatiche e magnetismo instabili, in cui la navigazione è particolarmente difficoltosa. La Rotta Maggiore e la Linea Rossa, incontrandosi, delimitano i quattro mari. Il potere è nelle mani del Governo mondiale, un'organizzazione che detiene il controllo di centottanta paesi del mondo. È in continua lotta con i pirati e con l'Armata rivoluzionaria. Per arginare il dilagante problema della pirateria il Governo ha stretto un patto di collaborazione con sette tra i pirati più potenti, dando vita alla Flotta dei Sette.
La serie di Netflix che arriva dopo 7 anni di lavoro
Come ha raccontato lo stesso creatore di Once Piece in un’intervista a La Repubblica: "Ho impiegato 7 anni per vedere il progetto diventare una serie tv. La sfida principale? era non tradire le aspettative dei milioni di fan del manga nel mondo".
In effetti, alla luce di tanti adattamenti che non hanno conservato l’anima del manga, per il creatore si tratta di non perdere la sua credibilità. "Se i fan non accettano i personaggi come li abbiamo realizzati nel live action, possiamo aver girato le scene più belle del mondo ma non avremo raggiunto il nostro obiettivo", aggiunge.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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