Ultima stagione per Sex Education: come la serie di Netflix ha parlato di sesso in tv

Cala il sipario sulla serie bollente di Netflix. I nuovi episodi arrivano in streaming dal 21 settembre

Ultima stagione per Sex Education: come la serie di Netflix ha parlato di sesso in tv

Dobbiamo ammetterlo: nell’ultimo periodo sono poche le serie prodotte e distribuite da Netflix che meritano di essere viste. Sono rare le eccezioni, e lo abbiamo visto, ad esempio con Painkiller o con L’estate in cui imparammo a volare. Tra queste, però, spunta anche il "mito" di Sex Education. Non è una serie americana ma bensì britannica che fin dal primo episodio, come un tornado, ha sedotto pubblico e critica sia per un racconto fresco e giovane, ma soprattutto perché ha toccato argomenti delicati – come il sesso tra i più giovani e le relazioni amorose – con un piglio deciso e senza falsi perbenismi. Il primo episodio risale al gennaio del 2019, gli ultimi 8 che compongono la quarta stagione sono disponibili dal 21 settembre su Netflix. Nonostante la serie abbia ancora un discreto consenso, è arrivata di comune accordo con la produzione l’intenzione di scrivere la parola fine sulle vicende di Otis e company, proprio perché la narrazione ha esaurito tutte le strade da percorrere ed è giusto far calare il sipario su Sex Education nel momento di massimo splendore con un degnissimo capitolo finale.

Creata da Laurie Nunn e con un cast di attori giovani e promettenti, senza dimenticare la raggiunge Gillian Anderson nel ruolo di una terapista sessuale e madre del protagonista, la serie ha giocato molto saggiamente con tutti i meccanismi di un teen-drama, ma virando su temi anticonvenzionali e che, di norma, sono molto "gettonati" tra i giovani di oggi. Insegnare cosa significa il sesso e il piacere (per se e per gli altri) è fondamentale anche solo per capire come rapportarsi con le persone e Sex Education, attraverso storie e personaggi sui generis, lo spiega con un linguaggio schietto e sincero. La sua forza è raccontare la sfera dei sentimenti e delle emozioni umane senza falsi perbenismi.

Cosa succede nell’ultima stagione?

Le vicende prendono il via tre mesi dopo la fine della terza stagione, momento in cui avevamo lasciato i protagonisti di fronte a scelte di vita ma anche di cuore. Ora, dopo l’annuncio della chiusura del liceo Moordale, i ragazzi dovranno trasferirsi in un’altra scuola, il Cavendish Sixth Form College. Otis e Eric, eterni migliori amici, si ritrovano a fare i conti con un nuovo scenario dove cercano di apparire al loro meglio e sperando rilanciare la loro impresa, a sostegno di tutti i ragazzi di scuola. Il Cavendish, però, si dimostra una scuola molto progressista: si pratica yoga, i ragazzi popolari sono quelli più gentili e tutto è all’insegna della sostenibilità. Intanto Maeve frequenta la prestigiosa Wallace University dove sta vivendo il suo sogno. Ma Otis continua a struggersi per lei, sperando e sognando di avere la sua possibilità.

Il sesso come nessuno lo ha mai raccontato in tv

Oggi parlare di sesso è molto facile. Nell’ultimo ventennio, complice il proliferare di una serialità più adulta e più ricercata, è stato (quasi) semplice riuscire a sdoganare l’argomento. Primo fra tutti è stato Sex and the City e poi tutta una serie di “cloni” che hanno cercato di cavalcare l’onda. Sex Education è figlio diretto di questa serialità nata per smuovere le coscienze ma, da parte sua, ha infranto un vero primato: è stata l’unica (fino a ora) che ha parlato di sesso e di tutto ciò che ne consegue scandagliando il mondo dei più giovani da sempre molto recettivo sull’argomento. Pur sembrano una serie "spinta" e dai contenuti forti, Sex Education si pone in maniera diversa, cercando di spiegare cosa c’è dietro il piacere reciproco e quanto sia importante compiere “quel” passo senza affrettare i tempi. Inoltre, il giovane Otis proprio come un novello sessuologo, aiuta le persone a sciogliere i problemi di natura psicologica legati al sesso, facendo capire come il rapporto sessuale non è mai fine a se stesso ma che c’è molto altro da sapere su quel mondo.

Perché Sex Education non è una semplice serie tv

Pur restando un prodotto adatto a tutti, parlato con un linguaggio schietto, con una comicità molto funzionale e con un racconto basico e semplicistico, Sex Education non è solo una serie tv unica nel suo genere ma è un teen-drama che volge l’attenzione sia al mondo dei più giovani che a quello degli adulti. Con un tratto onesto e un ritmo efficace, Otis e company raccontano gli usi e costumi del mondo in cui viviamo, senza mai scendere troppo nel melenso o nel drammatico ma evidenziando quanto sia difficile essere giovani con i tempi che corrono e quanto sia insidioso il mondo dei rapporti di coppia e della scoperta di noi stessi.

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Netflix dice addio al suo show più originale

Scrivere la parola fine a una serie tv come Sex Education non è facile ma, come abbiamo già puntualizzato, la storia non poteva spingersi oltre. Ora i protagonisti sono cresciuti, hanno superato la fase dell’adolescenza e della pubertà e si trovano di fronte a nuovi problemi da risolvere che sono ben diversi rispetto a quelli che sono stati affrontati fino a ora. Quindi, arrivare a chiudere una serie come Sex Education è un atto dovuto, sia per il pubblico e sia per l’impatto ottenuto nella cultura moderna. Non a caso è stata candidata e ha vinto numerosi premi, tra cui l’International Emmy Awards nel 2022 come miglior serie comedy. Va guardata perché i temi sono trattati in modo chiaro, e perché i personaggi sono unici nel proprio genere, è perché l’ambientazione è impeccabile così come i costumi e lo stesso possiamo dire anche di musica e fotografia.

La creatrice che pensa a uno spin-off

La serie arriva alla sua conclusione ma c’è chi crede che Sex Education potrebbe continuare sotto forma di spin-off.

Per ora nulla di certo ma la creatrice, in merito, ha le idee chiare: "Mi sto prendendo una pausa, pensando ad altre cose - ha confessato Nunn -. Ma quello di Sex Eduction è un mondo davvero ricco, e scrivere di adolescenti è sempre molto divertente. Quindi, penso che ci sarà sempre del potenziale per esplorare ulteriormente quel mondo".

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