In tv non esistono più i tabù sul sesso e su tutto ciò che ne consegue. L’universo dei rapporti intimi e il mondo dei sentimenti è stato esplorato in lungo e in largo in tutte le sue sfumature più particolari. Quello che c’era prima di Sex & The City era un mondo ancora assai puritano, ma una volta che le 4 ragazze di New York sono apparse in tv, niente è stato più lo stesso. E lo dimostrano tutte le serie che si sono avvicendate nel corso di questi ultimi venti anni che hanno sfatato miti e leggende sul sesso, la sessualità e l’amore. Questo è un discorso che si sposa alla perfezione con le intenzioni di Sex Education, la serie di Netflix che dal 17 settembre è arrivata in streaming anche sul catalogo italiano con gli 8 nuovi episodi della terza stagione.
La serie inglese che guarda al mondo nord americano con uno sguardo quasi melanconico, torna a più di un anno di distanza dal secondo ciclo di episodi a causa di tutte le restrizioni imposte per contenere la diffusione del virus, ma torna in forma con la sua solita dose di ironia e drammaticità. La terza stagione che proietta – definitivamente – i protagonisti verso l’età adulta, mette in scena un racconto di indubbia qualità, curato nei dialoghi e nei temi. La narrazione rallenta il ritmo e perde un po’ della sua originalità, ma Sex Education acquista ancora più potere nel pennellare un mondo più inclusivo e aperto alla diversità. Infatti, non è una serie che scende a patti con nessuno. Non perde la sua identità.
Un nuovo anno scolastico per Otis e company. Di cosa parla la serie tv
Non è facile per il giovane Otis (Asa Butterfield) essere figlio di una scrittrice e di una terapista sessuale di fama nazionale che passa da una relazione all’altra con facilità. Vivere in un ambiente del genere ha permesso a Otis di sviluppare un’innata sensibilità ai problemi altrui, soprattutto i problemi legati alla al sesso e ai rapporti di coppia. Una particolarità che gli permettere di muoversi con agilità nell’istituto scolastico che frequenta insieme al suo amico Eric, ragazzo bullizzato solo perché omosessuale. Otis, però, non dimentica di essere un adolescente come tanti e pur di fare colpo su Maeve (Emma Mackey), spera di sfruttare le sue capacità di terapista sessuale per fare colpo sugli studenti e sulla ragazza dei suoi sogni.
E tra chi è in cerca di consigli sulla loro prima volta e chi è alla scoperta di se stesso, Otis capisce quando è importante il ruolo che ha deciso di intraprendere. La terza stagione si apre all’insegna della novità, ma allo stesso tempo si confermano anche i caposaldi che hanno reso tale Sex Education. Eric e Adam, ad esempio, ufficializzano la loro relazione, mentre Otis si diverte scoprendo le gioie del sesso, e Maeve è vicina nell’approfondire la sua amicizia con Isaac. Nello stesso tempo, al liceo fa ingresso una nuova preside che ha idee ben più conservatrici rispetto al suo predecessore.
Sesso, sessualità e intimità. Perché vedere Sex Education
Come dicevo, i tabù non esistono più. In tv tutto è lecito, è giusto parlare di argomenti forti e che sono lo specchio della nostra contemporaneità. Il piccolo schermo è diventato il bardo del mondo di oggi, deve raccontare gli usi e i costumi di una realtà in continuo movimento. Non solo politica e cultura, ma anche lifestyle. E Sex Education apre una parentesi su quel mondo bizzarro del sesso, con i suoi luoghi comuni e i riti di passaggio, attraverso gli occhi di un adolescente. Gli argomenti sono forti, sono scabrosi, a volte anche un po’ fuori di testa tanto da strappare più di una risata, ma fanno parte di noi, della nostra vita e non c’è nulla di cui vergognarsi.
Infatti, la serie di Netflix ha il prego di umanizzare il "potere del sesso", facendo sparire tutto il suo alone peccaminoso e "sporco", facendo emergere però tutte le implicazioni legate alle emozioni e alle paure del singolo. Una rilettura fuori dagli schemi, ma funzionale alle intenzioni di Sex Education. Con i toni di una commedia e con una regia dai colori pastello, la serie tv si rivolge ai giovani ma anche agli adulti, raccontando il sesso, la sessualità, l’intimità di coppia e l’erotismo senza nessun pelo sulla lingua. Da vedere perché è una brillante, è accattivante, è old fashion, è divertente ed è avulsa da tutti quei soliti clichè dei drammi adolescenziali. Sex Education è soprattutto una serie vera.
Il linguaggio esplicito ma non volgare
E se a rendere tale la serie tv sono anche i suoi iconici personaggi, prima fra tutti una sfavillante Gillian Anderson nel ruolo di una madre e di una sessuologa sui generis, a influire è anche il linguaggio. Si parla di sesso, questo lo abbiamo detto, ma si discute con un vocabolario schietto e per nulla disturbante. Il linguaggio è alla portata di tutti ma non è affatto volgare. Anzi, Sex Education ha la capacità di essere tutto tranne che una serie perbenista, ma nel suo modo di raccontare la sessualità porta in tv un nuovo modo di comunicare, un nuovo significante e significato che cancella quanto è stato fatto fino ad ora, e scrive una nuova pagina del sesso nel piccolo schermo.
E sul set c’è il coordinatore di intimità
Sex Education vive però in una realtà storica molto particolare. Quella del sesso sicuro, quella del bullismo e dell’omofobia, quella della violenza di genere e sulle donne. Proprio per questo sul set c’è la figura del coordinatore dell’intimità. E la serie di Netflix è stata la prima a inserire questa figura, anche se a ruota altre diverse produzioni si sono adeguate. Proprio a causa di questi argomenti così scabrosi, la figura è molto importante per gli attori, sia durante che dopo le riprese. È un consulente che parla con i protagonisti per far sì che le loro linee guida in materia vengano rispettate. Una scelta dettata anche per la giovane età degli attori.
Però, non mancano le polemiche durante le riprese. Ad esempio, la stessa Gillian Anderson non ha approvato alcuni modi di fare del suo personaggio e ha rivelato il suo dissenso in una recente intervista.
L’attrice ha affermato che la sua Jean è una madre troppo "tossica" per il giovane Otis, troppo distante dalla realtà di oggi. Per questo ha chiesto e ottenuto di avere più scene comiche così da smorzare un po’ di toni. Di fatto, si è rivelata una scelta vincente.
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