Sestri Levante «Mediaterraneo» fa rete tra i ragazzi

Perché la cultura unisca i ragazzi e formi le menti e i cuori di domani. Così si formalizza nel «Punto integrativo. Integrazione delle culture e cultura dell'integrazione», inaugurato a Palazzo Negrotto Cambiaso di Sestri Levante, quella fitta rete di connessioni innescata già nel novembre 2009 dalla Fondazione Mediaterraneo con la celebrazione della Giornata Mondiale dell'Infanzia.
Che il punto sta proprio lì, fornire gli strumenti perché il dialogo viaggi di ricerca in approfondimento e le specificità s'incontrino e confrontino in valore assoluto su un terreno che è tradizione, poesia, arte, ricerca. L'obiettivo inequivocabile è che «sia pure a distanza - dettaglia Angiolino Barreca, direttore della Fondazione - discenti e docenti possano incontrarsi. Il Punto integrativo va a raccogliere progetti già realizzati per l'integrazione tra le culture, del Mediterraneo in particolare».
E l'accordo raggiunto con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - U.S.R. Liguria - per dotare Sestri Levante di un Centro di documentazione sul tema, è proprio il riconoscimento delle iniziative attuate fino ad oggi dalla Fondazione.
Oltre ai riconoscimenti di Ministero e Presidenza della Repubblica per le attività a tutela dell'Infanzia. Madrina dell'inaugurazione Giuliana Pupazzoni, direttore generale dell'Ufficio Scolastico Regionale; con l'assessore all'Istruzione della Provincia di Genova Francesco De Simone, il sindaco di Sestri Andrea Lavarello e soprattutto i bambini, futuri protagonisti, con i loro coetanei degli altri Paesi, del nuovo percorso culturale.
Il Punto integrativo sarà centro di promozione e documentazione della cultura dell'integrazione, dell'accoglienza, del confronto e della valorizzazione delle diversità, per favorire l'attuazione di iniziative educative, progetti di ricerca, di formazione e documentazione di esperienze attuate in ambito educativo. «La Fondazione - precisa Barreca - doterà alcuni Paesi di una sorta di ufficio virtuale con kit da computer e web cam, per consentire a quei ragazzi e ai nostri di comunicare in lingua o semplicemente attraverso raccolta di foto, ricerche».

E in fieri: «Abbiamo una convenzione con l'Università di Rabat e stiamo cercando di coinvolgere l'Ateneo genovese perché a Rabat si studi Carlo Bo e Giorgio Caproni e a Genova poeti marocchini». Con il sogno che «davvero possa nascere la Comunità del Mediterraneo».

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