«Lavorare, portare a termine progetti è impossibile». È così che lassessore Vincenzo Tarzia ha dato forfait a San Donato Milanese. Un assessorato delicato il suo, ai Lavori pubblici, Edilizia privata e pubblica, parchi e giardini. E le dimissioni date ieri sono state formulate con decorrenza immediata e come irrevocabili. Niente motivazioni personali o di lavoro: le solite scuse generiche che si danno in questi casi. Ma è «top secret», almeno per ora, sui motivi primi della decisione.
Perché lassessore non poteva lavorare? Rimane una domanda nel vuoto. Lo stesso Tarzia dice ha voluto spiegare per il Giornale: «Non posso entrare nei dettagli, almeno per ora, non posso spiegare perché sono arrivato a una decisione che, per me, è molto sofferta». Lex assessore non era nemmeno candidato nella lista di centrodestra quando è stato scelto Mario Dompè come sindaco di San Donato. Ci ha pensato lo stesso Dompè a volerlo come assessore esterno. «Perché in me aveva fiducia - racconta Tarzia -. Avevo già ricoperto le funzioni di presidente del centro anziani di San Donato per cinque anni e prima avevo lavorato con il ministero degli Affari Esteri per i Paesi emergenti per portare là tecnologie italiane. Insomma avevo competenze specifiche in fatto di lavori pubblici: unesperienza ventennale. E poi cera il volontariato a me caro. Volontariato che avrei voluto esportare anche in politica. Nel senso di impegnarmi per i cittadini per migliorare la città di San Donato. E invece no. Non sono stato messo nelle condizioni di poterlo fare. E questo accade da molti mesi».
Il sindaco, dal Camerun, sottolinea che «Tarzia è un caro amico. Abbiamo girato ormai tutti i dirigenti e nomineremo a breve un nuovo direttore generale», Claudio Monti, vicesindaco, spiega: «Confermiamo la compattezza della squadra».
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