La Sicilia è un’altra cosa. Questi, raccontano, sono tempi di vacche magre. Tremonti continua a ricordare che l’Italia non può permettersi sprechi. Il debito pubblico è un’ossessione da cui non si può fuggire. Le famiglie e le imprese avrebbero bisogno di meno tasse. Ma come si fa? C’è il rischio bancarotta. Ci sono in fantasmi della Grecia e dell’Irlanda all’orizzonte e gli speculatori della finanza che sognano un’altra preda. Tutto questo vale per il continente. Non fa eccezione neppure la Sardegna. Ma in Sicilia no. Il governo democristofiniano di Raffaele Lombardo, con tanto di striature rosso finocchiaro, si permette il lusso di politiche anni ’80. O, almeno, così pare. La storia. Il vicerè di Sicilia fa un conferenza stampa per annunciare che taglia le tasse, allarga le esenzioni dal ticket e assume 4000 persone nella sanità. È la manna che cade dal cielo. Uno però si chiede come mai in Italia si tagliae la Sicilia rispolvera la stagione d’oro dello Stato sociale. Qui o c’è un trucco oppure si balla sul Titanic. È come se la Sicilia avesse fatto improvvisamente sei al superenalotto. Qualcosa del mistero lo rivela lo stesso compagno di maggioranza del governatore, l’ex segretario della Cisl Sergio D’Antoni: «Ma guarda che la riduzione delle tasse è più che altro simbolica».L’aliquota Irap passa dal 4,82 al 4 ,67 per cento, l’Irpef si riduce dello 0,03 per cento. Catunniu , dicono da quelle parti. Cosa da campagna elettorale, tanto per fare rumore. Più serio il discorso sanità. Qui la storia si fa complicata. Lombardo dice che grazie all’ottima gestione del fondo sanitario regionale c’è un avanzo di gestione di 21 milioni di euro. Anche qui si resta sbalorditi. Il vicerè qualcosa in effetti ha risparmiato. Il piano di rientro di uno dei deficit sanitari più profondi non è una bufala totale. Una pacca sulla spalla è arrivata anche dalla Corte dei Conti. Il deficit però era ancora di 233 milioni di euro nel 2009. Due anni fa la spesa sanitaria rappresentava il 10 per cento del Pil (in Lombardia era il 4,97%). La sanità costava ai contribuenti un milione di euro l’ora. Buona parte per pagare i 52.184 dipendenti, di cui 5.078 precari. Come ha fatto Lombardo a realizzare il miracolo? Santi Formica, vicepresidente del parlamento siciliano, mette in guardia dai conti facili. Il governatore non ha ancora approvato bilancio e legge finanziaria. Gli mancano 500 milioni di euro. Non si trovano. E il risanamento della spesa sanitaria? «Ha posticipato una serie di spese obbligatorie al prossimo anno. Ora non sono a bilancio, ma lo saranno tra un anno e con gli interessi. Ma il colpo di teatro è aver arbitrariamente ridotto al 41 per cento il cofinanziamento regionale della spesa sanitaria, che per legge deve essere sostenuto metà e metà con lo Stato». In pratica Lombardo ha detto al resto degli italiani: io pago questo, il resto lo sborsate voi e se non vi sta bene fate pure ricorso. Lo Stato andrà in tribunale, ma passeranno anni prima di rivedere i soldi. Intanto i democristofiniani possono dare al 65 per cento dei siciliani la sanità senza ticket. Al di là dello Stretto, mi sa, non la prenderanno bene. Le assunzioni. Quattromila non sono poche. La metà sono ex precari da mettere a posto. Gli altri verranno scelti per concorso o con gente che dal Nord torna al Sud. Che fanno? Radiologi, fisioterapisti, ostetrici e 1.138 infermieri. E soprattutto 1.087 dirigenti. Attenzione. Questo è un vero schiaffo alla miseria. La Sicilia è la regione dei dirigenti pubblici. Sono 500 in più di quanto previsto, parola di Giovanni Coppola, procuratore della Corte dei Conti. Un capo ogni 8,4 sottoposti. Su 21.104 dipendenti della regione, 2320 sono dirigenti. Ai Beni culturali i dirigenti sono 770. Vieni quasi da chiedere se nessuno di questi sia buono per Asl e ospedali. Lombardo dice che queste cose le sa.
Ma nel suo stesso partito si racconta che ogni volta che può assumere qualcuno gli si illumina il volto. Finora si è mascherato da Tremonti, ma con le elezioni all’orizzonte può dare sfogo alla sua vocazione primitiva. Venite clientes.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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