Palermo - E' difficile vincere la guerra contro i "tombaroli" e, più in generale, contro chi trae profitto dalla vendita illegale di reperti storici e archelogici. Le forze dell'ordine sono impegnate attivamente sul campo e, periodicamente, si ha notizia di sequestri di opere d'arte, più o meno famose, che finiscono in un sotterraneo mercato illegale, in Italia ma anche all'estero. Ora questo traffico è ancor più robusto di un tempo, perché può giovarsi di uno strumento in più: il web. I moderni "tombaroli", infatti, lavorano sul web. La denuncia arriva dalla Sicilia.
Traffico sgominato Un colossale traffico di compravendita su E-bay di reperti archeologici rubati - circa 600 pezzi, quasi tutti monete greche, romane, bizantine e arabo-normanne è stato sventato dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale della Sicilia. Su internet, infatti, era possibile acquistare 576 monete antiche in bronzo e argento, la più pregiata delle quali, una moneta di epoca tardo-antica, costava attorno ai cento euro. I carabinieri hanno effettuato quattro perquisizioni domiciliari e quattro persone sono state denunciate per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato. Tutti i reperti recuperati saranno consegnati alla locale Soprintendenza.
Traffico sul web È solo l’ultimo di una serie ormai preoccupante di traffici illeciti di beni archeologici siciliani su E-bay, sventati anche grazie alla collaborazione degli stessi gestori del famoso sito di aste online. Nel 2005 fece scalpore il sequestro di oltre 9.000 reperti in vendita sul web, con la denuncia di 25 persone, che per la prima volta mise in luce un fenomeno dilagante. Non a caso, dopo l’ultimo episodio, a lanciare l’allarme è l’assessore ai Beni Culturali della Regione Gaetano Armao, che invoca "una vera e propria tolleranza zero contro i trafugamenti ed il commercio clandestino di reperti del nostro straordinario patrimonio culturale".
Affari più facili In passato, ricorda Armao, "i tombaroli e i ladri di reperti dovevano andare oltreoceano per tentare di vendere la refurtiva a qualche collezionista privato, e spesso questi oggetti finivano poi ai grandi musei americani, come nel caso dell’Afrodite di Morgantina conservata per anni al Getty Museum e che siamo riusciti recentemente a riottenere. Ma oggi per i malviventi è più facile: basta mettere inserzioni su internet, e sperare di farla franca".
Una norma più severa Per questo l’assessore annuncia: "Intendo riproporre alla giunta regionale la proposta che avevo già formulato qualche mese fa: ovvero estendere la norma, che già opera contro i mafiosi, sulla
costituzione di parte civile obbligatoria nei processi contro ladri e trafficanti di reperti archeologici. Spesso infatti gli interessi dei trafficanti di opere d’arte si intrecciano con quelli della criminalità mafiosa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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