Sicilia, ora Forza Italia punta sulla Prestigiacomo

All’ex ministro sostegno anche da An ma Lombardo (MpA) non molla: «Corro anch’io». Problemi pure a sinistra: Cosa rossa contro Finocchiaro

da Roma

Probabilmente è stato un modo per mettere alla prova la disponibilità di Raffaele Lombardo e Totò Cuffaro. In questo modo molti hanno interpretato la candidatura di Stefania Prestigiacomo alla presidenza della Regione siciliana, lanciata ieri da Palazzo Grazioli. Dopo 24 ore di silenzio voluto dal presidente Silvio Berlusconi e dopo altrettanto silenzio sul blog di Gianfranco Miccichè, ormai diventato un riferimento per conoscere quello che succede nel Pdl siciliano, la giornata di ieri è stata occupata dalla candidatura della siracusana Stefania Prestigiacomo.
Ma pare che ormai sia troppo tardi per arrivare ad una composizione del centrodestra. Raffaele Lombardo da Catania ha risposto con decisione: «Non recediamo di un passo. Abbiamo presentato la mia candidatura alla presidenza della Regione e un programma amministrativo. Non abbiamo accettato veti né dall’uno né dall’altro». Tale presa di posizione lascia pensare che Lombardo abbia, in ogni caso, deciso di portare avanti la propria candidatura, sostenuta dall’Mpa, da una seconda lista nella quale probabilmente confluiranno «forze democratiche e laiche» e dall’Udc, come ha confermato ieri il segretario regionale del partito dell’ex governatore Cuffaro, Saverio Romano.
Il senatore centrista Lillo Mannino ha inoltre posto un problema di «capacità politica» della candidata. «Mi chiedo - ha dichiarato - se la Prestigiacomo sia in grado di offrire all’Udc ciò che ha offerto Lombardo, ossia un rapporto politico». In ogni caso, ha ribadito Mannino, la candidatura della Prestigiacomo avrebbe in comune con quella di Miccichè «l’atteggiamento preclusivo nei confronti dell’Udc».
A favore di Prestigiacomo si è schierata Alleanza nazionale, ma all’interno del Pdl ci sono state pure molte reazioni negative. Prima fra tutte quella di Francesco Musotto, presidente uscente della Provincia di Palermo ed eurodeputato, che ha bollato la proposta come «un’operazione di marketing politico». Secondo Musotto, «non si può lanciare un candidato attendendo la reazione di ipotetici alleati». L’esponente azzurro è stato critico anche nei confronti di Miccichè: «Quando si parte con il piede sbagliato un errore tira l’altro. Tocca a Forza Italia esprimere un candidato alla presidenza. E allora avanti, si individui la figura che meglio riesce a far convergere su di sé e si proceda. Questo tirar fuori un nome al giorno non fa che determinare veti incrociati e ripicche personali».
Anche da un altro eurodeputato di Fi, Giuseppe Castiglione, è arrivato un «no» a Prestigiacomo. «Ritengo che ci siano tutti gli elementi per potere fare una scelta in Sicilia, la più autorevole e largamente condivisa. La candidatura di Lombardo è valida», ha affermato.
Sino a tarda serata nessuna decisione era stata presa lasciando trasparire la possibilità che il centrodestra esprima due candidature alla presidenza. Restano ancora un paio di giorni perché le ufficializzazioni. Intanto Lombardo ha convocato un’assemblea dei suoi uomini per domenica pomeriggio ed è probabile che vi partecipi anche Totò Cuffaro. Il leader dell’Mpa sta trattando anche con i socialisti siciliani, in rotta con la Sinistra arcobaleno. Rifondazione comunista, in particolare, ha posto un veto nei confronti di alcune candidature tra le quali quella dell’esponente socialista, Turi Lombardo, uscito indenne da oltre 20 processi legati a Tangentopoli.
Anche il Pd ha i suoi guai, pure questi legati alla lista Arcobaleno: l’accordo per il ticket tra Anna Finocchiaro e Rita Borsellino è traballante.

Nel corso di una riunione con i quadri dirigenti della Cosa rossa (della quale Borsellino è capolista) è stato chiesto a Finocchiaro di non candidarsi al Senato. La capogruppo del Pd a Palazzo Madama ha risposto picche. Doppia candidatura anche a sinistra? Si vedrà.

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