La signora dei bestseller che creava "fiabe gialle"

È la più venduta di sempre, ma a lungo è stata sminuita perché "di genere". Ora un Meridiano ne celebra il genio

La signora dei bestseller che creava "fiabe gialle"

«I critici sono brava gente, di solito credono in ciò che dicono. Forse hanno ragione a non prendermi troppo sul serio. Neppure io mi prendo in seria considerazione, so che i miei libri sono cose di poca importanza. Ho solo cercato di intrattenere, di divertire la gente, non ho mai avuto ambizioni maggiori. Dieci anni dopo che sarò morta, sono sicura che nessuno si ricorderà più di me». E va bene, in questa frase ci sono buone dosi di understatement e di humour britannici. Però, se consideriamo che a scriverla è stata Agatha Christie...

Agatha Mary Clarissa Miller nasce a Torquay, nel Devon, il 15 settembre del 1890. Sostiene nelle sue memorie (La mia vita, Mondadori, 1978) di avere avuto un'infanzia felice, ma la sequela di sangue, delitti e persone malvagie di cui è cosparsa la sua produzione letteraria potrebbe far destare qualche sospetto in proposito. È considerata la scrittrice che ha venduto di più al mondo: due miliardi di copie. Come se un quarto degli abitanti del pianeta avesse comprato un suo libro. Tradotta tanto quanto il suo amato Shakespeare, rappresentata a teatro da decenni (Trappola per topi debutta nel 1952 a Londra ed è tuttora in scena), Dama del Regno, la sua vita è trascorsa quasi in parallelo a quella di Elisabetta II e, come la sovrana, anche lei è stata una regina. Del giallo. E, per questo motivo, quella «brava gente» dei critici (ma poi, vi immaginate che Agatha Christie potesse credere alla brava gente, proprio lei che ha trascorso l'esistenza a scovare il male più nascosto dentro ciascuno di noi?) l'ha sempre ritenuta una scrittrice «di genere», una che avrà anche venduto come nessun altro, ma non certo appartenente al mondo alato, e spesso indigente e rosicone, della letteratura.

È un dibattito non nuovo, quello che ruota intorno alla teoria secondo cui il numero di copie vendute e la qualità di un'opera siano inversamente proporzionali. In questo caso, dato il peso - massimo - dell'autrice nel primo ambito, ha ancora più rilevanza che Mondadori abbia deciso di dedicare un volume dei suoi prestigiosi Meridiani alla mamma di Hercule Poirot e Miss Marple: si intitola Fiabe gialle ed è curato da Antonio Moresco, che ne firma l'Introduzione e la Cronologia (entrambe bellissime). Moresco spiega anche i criteri di questa «Edizione elettiva», da cui sono esclusi alcuni classici come Assassinio sull'Orient Express, l'esordio Poirot a Styles Court e L'assassinio di Roger Ackroyd. Fra i titoli più celebri troviamo invece Tre topolini ciechi (nato come radiodramma e diventato la Trappola per topi teatrale) e E poi non rimase nessuno (versione ormai corretta di Dieci piccoli indiani che, spiega una Nota dell'editore, era anche già attestata alla prima uscita della traduzione italiana, nel 1946). Quest'ultimo uscì nel 1939 ed è «il giallo più venduto di tutti i tempi, il capolavoro assoluto di tutta la letteratura cosiddetta poliziesca scrive Moresco -, quello dove l'allieva supera d'un balzo i suoi maestri, quello dove il giallo è innalzato ai suoi massimi esiti mitici e metafisici e nello stesso tempo azzerato, dove tutti i personaggi sono accomunati in un unico vortice e in un unico abbraccio in cui colpevoli e vittime sono una cosa sola e dove alla fine non rimase più nessuno, né giudici né giudicati».

Insomma, quello in cui la dimensione letteraria delle opere di Agatha Christie emerge in maniera più chiara e proprio in relazione a quel genere che l'avrebbe in teoria condannata alla minorità. E questa componente letteraria è strettamente legata a quegli «esiti mitici e metafisici» di cui parla Moresco, al fatto che i romanzi della Christie siano appunto non gialli bensì «fiabe gialle» dove, su tutti, domina un unico, immenso personaggio: il male. Il quale poi si incarna in molteplici forme: la morte, il dolore, l'assassinio, il tradimento, la crudeltà, il mostro che abita in noi, la cecità che ci spinge a illuderci che quel male venga sempre «da fuori», la colpa, l'oscurità di quell'isoletta, il microcosmo che è l'umanità intera, la lotta spietata, i travestimenti che indossiamo sperando di farla franca (innanzitutto con noi stessi), le filastrocche che cadenzano l'ineluttabile viaggio verso la fine, perfino la giustizia... E, lungo questa direzione di proporre opere esemplificative di questa potenza ancestrale/letteraria/fiabesca, nel Meridiano troviamo anche i meno noti La rosa e il tasso e Il Rifugio e poi Sipario: l'ultima avventura di Poirot, in cui la Christie decide che la morte si impossessi del suo travestimento più geniale, Poirot. E c'è anche La casa sbilenca, omaggio a Casa desolata, l'opera di Dickens preferita dall'autrice: un romanzo nero, dove l'angoscia non ci abbandona mai.

Attraverso queste pagine Moresco ci conduce in quello che ritiene il mistero più grande di tutti: l'enigma Christie. E questa indagine riguarda il fatto che, sotto la maschera della «abilissima confezionatrice di storie e trame gialle», autodefinitasi una «casalinga», ci sia un'altra scrittrice, «lucida, disillusa, tragica, metafisica che si nasconde dietro il velo del gioco e della recita investigativa». C'è una Christie «aliena», che a volte gioca a uccidere quella più famosa, e viceversa. E la fiaba è lo strumento attraverso cui la scrittrice mette in scena questa sua ambiguità, questo messaggio che è anche la sua stessa esistenza, così come nelle sue opere non solo esprime «le sue terribili verità» ma le rende vive, in quelle sue trame che poi ci incollano alla pagina e non ci fanno più staccare gli occhi, fino alla fine.

Non a caso, la stessa vita di Agatha Christie è stata una avventura, dal divorzio con scomparsa (per dieci giorni, nel dicembre del '26, nessuno la trovò) al secondo matrimonio con un archeologo di 14 anni più giovane, dagli scavi in Irak alle onde solcate con la tavola da surf (negli anni Venti...). Leggerezza e intensità, divertimento e dolore, come sempre. La morte è giunta a trovarla, per l'ultima volta, il 12 gennaio del 1976.

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