Un passato nel mondo dei cartoon. Per portare in Italia storie e personaggi capaci di far sognare e divertire, milioni di bambini. Un presente e un futuro al fianco delle donne che vogliono fare impresa. E' la parabola di Alessia D'Epiro, ovvero la manager che ha portato nel nostro Paese l'intramontabile Peppa Pig. Dopo una carriera durata molti anni ha deciso di cambiare vita. E così è diventata una delle business coach più richieste, fondando Womanboss Academy, la prima scuola di formazione imprenditoriale per start up al femminile.
«Sono stata brain manager specializzata nel marketing per bambini e famiglie per 14 anni racconta -. Lavoravo come libera professionista per supportare le aziende nel lancio di cartoon in Italia. Quando ne veniva prodotto uno nuovo, venivo chiamata per studiare il modo migliore per presentarlo al pubblico». Proprio così, nel 2014, è arrivato il tormentone inglese Peppa Pig. Che deve il suo successo nel Belpaese anche alla campagna promozionale ideata dalla 42enne romana. Nel 2016 è arrivata la svolta. «Peppa Pig è stato il mio crocevia, il mio ultimo impegno nel mondo dei cartoon. E' stato un bivio dice -. Mi è arrivata la proposta di lavorare a livello internazionale. Ma avevo voglia di fare una scelta diversa». Di qui l'idea di lavorare con e per le donne. «Mentre mi dedicavo ai cartoni animati ho sempre dialogato con un target femminile, ovvero con le mamme spiega -. Così, giorno dopo giorno, mi sono resa conto che i progetti che contribuivo a veicolare non erano in linea con le cose nelle quali credevo. Si trattava spesso di prodotti sessisti o comunque lontani dalla mia visione. Così ho deciso di cambiare». E di lavorare al fianco delle donne «soprattutto di quelle che, dopo essere diventate mamme, vengono tagliate fuori dal mondo del lavoro».
TRE GIORNI DI RITIRO
Prima di fondare la sua nuova realtà, Alessia si è formata per un anno come business coach, aprendo anche un blog. «Questa esperienza mi ha aiutato a capire quali fossero i reali bisogni delle signore che vogliono reinventarsi e fare impresa confida -. Da qui è nata la Womanboss Academy, un programma di formazione online e offline che supporta le imprenditrici che vogliano creare start up». In questa sorta di scuola chi cerca un cambiamento può impegnarsi in un percorso, un ritiro formativo, che in tre giorni aiuta a fare chiarezza su interessi, competenze e ambizioni da mettere in campo per dedicarsi al piano B. «Abbiamo già avviato 50 esperienze di questo genere dice Alessia -. Hanno partecipato per lo più mamme con bambini da cinque a otto anni desiderose di rimettersi in gioco, dopo un lungo periodo dedicato esclusivamente alla famiglia».
Le porte dell'accademia sono aperte a tutti. A chi sia alla ricerca di ispirazione, ma anche a chi abbia già un'idea precisa da trasformare in realtà. «Le donne che si rivolgono a noi vengono affiancate in ogni passaggio va avanti -. Dall'ideazione del progetto alla ricerca dei fondi, sia attraverso i finanziamenti bancari sia attraverso il crowfounding. Siamo al fianco delle future imprenditrici a 360 gradi, fino a quando il progetto non diventa una realtà concreta».Perché moltissime donne, a dispetto delle competenze e della creatività, spesso non riescono a sfondare con le proprie sole mani. Tante hanno bisogno di appoggio e di aiuto.
IL TEMPO DELLE DONNE
«La necessità più urgente è tradurre il freddo linguaggio imprenditoriale, di stampo maschile, in un codice più pratico prosegue Alessia -. Inoltre è molto importante l'affiancamento per tutto ciò che riguarda la parte digitale. Le donne hanno bisogno di tempi calmi, di empatia e di un approccio decisamente più emotivo rispetto ai colleghi maschi». Solo in questo modo riescono a raggiungere risultati eccellenti. «In questi tre anni di lavoro mi sono accorta che le startupper sono molto efficienti nel campo dei servizi spiega ancora -. Soprattutto nel mondo della cura delle persone e della terra, nel sostegno per i bambini in difficoltà, nell'erboristeria, nella pet therapy e in quello della sostenibilità. Settori nei quali oggi le start up sono particolarmente innovative». Non è un caso che i dati siano in crescita.
Secondo l'ultimo rapporto dell'Osservatorio sull'imprenditoria femminile di Confartigianato, sono attualmente 1 milione e 661mila le imprenditrici donne in Italia. Mediamente hanno un'età compresa fra 35 e 40 anni. «La mia più grande soddisfazione è aver creato questa realtà inaspettata, in grado di aiutare tante persone in difficoltà a tornare attive e operative. La cosa più bella è vedere che queste donne si trasformano fino a diventare testimonial del loro successo e fonte di ispirazione per altre racconta Alessia -. In questo modo nasce una rete che crea imprese e lavoro». Basti pensare che, a oggi, sono stati 1.200 i corsi avviati online e 50 le allieve che hanno seguito i percorsi di formazione individuale. Numeri che hanno portato alla nascita di 30 nuove start up. «Ma non ho alcuna intenzione di fermarmi assicura Alessia -. Adesso il prossimo obiettivo è diventare una realtà internazionale, lanciando il progetto in altri Stati europei. Nel nostro continente si fa ancora troppo poco rispetto agli Stati Uniti. Quindi è necessario lavorare molto, sia in Gran Bretagna sia in Spagna». E naturalmente continuare a impegnarsi in Italia, dove c'è ancora poca attenzione nei confronti dell'imprenditoria femminile.
«Negli ultimi anni si è parlato molto di questi temi, ma nella pratica non si è agito abbastanza conclude -. Le difficoltà sono ancora tantissime, dal punto di vista politico e sociale le aziende hanno ancora poca flessibilità e in questo modo non aiutano le lavoratrici. Inoltre si discute sempre e solo delle donne che già fanno impresa.
Ma cosa succede a quelle che vorrebbero cambiare vita e lanciarsi in questa nuova avventura? Di loro non si si è mai occupato nessuno». Almeno finora. Perché adesso anche per loro è arrivata l'occasione per realizzare un sogno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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