Il sindaco di Genova: "Sono un capro espiatorio, ma le colpe sono altra cosa"

Marta Vincenzi ammette le responsabilità e promette una "dettagliata relazione". E aggiunge: "Non vado ai funerali per non portare fotografi"

Il sindaco di Genova: "Sono un capro espiatorio, ma le colpe sono altra cosa"

Dopo le lacrime di coccodrillo, il sindaco di Genova si prende le sue responsabilità ed è disposta persino a diventare un capro espiatorio. "Sono responsabile e mi tengo tutte le responsabilità", ha detto Marta Vincenzi, "Serve un capro espiatorio, un ruolo terapeutico per la collettività, ma le colpe sono un’altra cosa".

Dopo aver visitato la zona di via Fereggiano, tra le più colpite dall’alluvione, il sindaco ha anche ringraziato i volontari: "Sono stati magnifici. In un momento terribile c’è la consolazione che Genova può ripartire dalle migliaia di giovani che stanno facendo il possibile contro il fango".

E per mettere fine alle polemiche - infervoratesi anche dopo la notizia di un avviso tardivo alle scuole - la Vincenzi ha promesso una "lunga e dettagliata" relazione, davanti al Consiglio comunale, sulle responsabilità dell’alluvione che ha ucciso sei persone e che ha causato ben 200 milioni di euro di danni. 

Il sindaco risponde anche alle critiche piovutegli addosso perché non era presente ai funerali delle vittime: "Sarebbe talmente poco rispettoso e dignitoso per le persone che hanno scelto un funerale privato che pur volendo esserci, dentro di me, per piangere con loro, mi riservo di farlo in altre forme,

perchè l’idea che ci sia qualcuno che ci fotografa e li fotografa mi sembrerebbe una mancanza di rispetto che non mi perdonerei. Non vado per questo motivo. Se sapessi che non c’è un fotografo e un giornalista ci andrei".

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