La sinistra contro se stessa: boccia il piano del Comune

Involuzione della democrazia, esautoramento, presa in giro. Dire che al Municipio Media Val Bisagno la riforma del decentramento proposta dal Comune di Genova non è piaciuta sembra quasi poco. L'ultimo Consiglio, riunitosi il 13 ottobre scorso e chiamato ad esprimere un parere, ha raccolto una pioggia di commenti negativi dall'opposizione così come dalla maggioranza, che pure con chi decide a Palazzo Tursi dovrebbe avere una certa affinità, fino a una sonora bocciatura del piano 13 a 6 (con due astenuti). A non andare a genio al parlamentino guidato da Agostino Gianelli (Rifondazione), pronunciatosi invece a favore, quella che viene vissuta come un'ingiusta e ulteriore riduzione degli scarsi poteri ormai rimasti ai Municipi. «È un disegno contrario ai principi stessi del decentramento - si è sfogato Maurizio Uremassi (Pdl), presidente della Commissione competente - prova ne sia che, all'incontro con i funzionari comunali, quando abbiamo chiesto che cosa sarebbe successo se tutti i Municipi si fossero pronunciati contro, è stato risposto che sarebbe stato lo stesso. Questo significa che ormai viene già stabilito tutto dall'alto». «Ma perché chiedono il nostro parere se tanto hanno già deciso?» ha aggiunto con amarezza Liana Bassi (Rifondazione).

Più pragmatici, invece, consiglieri come Domenico Morabito (An) che ritengono inevitabile un percorso di alleggerimento in un momento di crisi ma che vorrebbero venisse comunque garantita la possibilità di esprimere una politica di qualità e vicina ai cittadini. Quasi a voler dimostrare subito il proprio impegno in tale senso, il Consiglio ha quindi approvato nella medesima seduta la bonifica e riqualificazione dell'ex stabilimento «La Piombifera» Moltini.

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