Sisma scuote la Val d’Aosta «In Italia 5mila ogni anno»

Forte scossa del 4,4 della scala Richter vicino a Courmayeur: nessun danno grave. Gli esperti: situazione sotto controllo

Elena Jemmallo

Pochi secondi. Tanto è durata la scossa di terremoto che intorno alle 13 di ieri è stata avvertita in Val d’Aosta, a Courmayeur e nella valle del Gran San Bernardo e di Cogne. Solo qualche istante di panico, ma nessun danno. Si è trattato di un terremoto di magnitudo 4,6 sulla scala Richter il cui epicentro è stato localizzato vicino a Thonon les Bains, nei dintorni di Bonneville, sulle Alpi francesi. Sul versante italiano la scossa registrata è stata leggermente più debole (4,1 gradi) ed è stata percepita anche nella città di Aosta. Immediatamente i centralini dei vigili del fuoco e della protezione civile sono stati sommersi di telefonate per avere informazioni sul terremoto, che è stato valutato intorno al quinto-sesto grado della scala Mercalli. «Ho sentito un forte rumore e ho visto la polvere uscire dai travi della mansarda - ha commentato la signora Elisabetta Callà, residente a Doues, un piccolo comune della valle del Gran San Bernardo - da subito non mi sono resa conto di cosa succedeva». Silvano Meroi, direttore della Protezione civile assicura che non sono segnalati danni. «C’è un po’ di apprensione ma nulla di più», ha precisato. Ad Aosta c'è chi ha raccontato di aver visto mobili che si spostavano, ma nessuno ha segnalato danni gravi. Analoga cosa a Gressan, mentre a Courmayeur, che è la zona più vicina all’epicentro, chi era in strada non si è nemmeno accorto della scossa.
Per gli addetti ai lavori, non si è trattato di un evento eccezionale, né per il luogo né per l’intensità del fenomeno. L'onda principale ha riguardato l'asse Courmayeur-Planpinceux-La Salle-Saint Rhémy, in sostanza la parte della regione considerata sismica. Recentemente è stata redatta la nuova classificazione sismica di tutto il territorio regionale, basata su quattro livelli di rischio (da 1 a rischio elevato, a 4 con rischio basso). «La nuova classificazione - ha ricordato l’assessore Alberto Cerise - ha inserito i comuni Courmayeur, Pré Saint Didier e Valtournenche in categoria 3. Tutti gli altri comuni rientrano nella categoria 4».
Della stessa intensità è stata la scossa sismica avvertita a Roma, il 22 agosto scorso, con epicentro a largo di Anzio. E ancora, due giorni fa, nel Catanzarese, è stata percepita una scossa di magnitudo 3,8. Il primo settembre scorso, invece, l’allarme è scattato al confine con la Slovenia, dove il terremoto, con epicentro a Zaga, è stato di magnitudo 3. Tanto basta per riportare l’attenzione sul rischio sismico nella Penisola. Eppure, secondo gli esperti, la concentrazione di terremoti negli ultimi giorni è un fatto del tutto normale. «Statisticamente - ha affermato Paolo Casale, geofisico all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia - non abbiamo registrato un aumento dei terremoti sul terriorio nazionale». «È vero - ha proseguito - che il Monte Bianco e zona di Aosta non sono luoghi particolarmente a rischio, ma questo non significa che ci sia da stupirsi per una scossa di magitudo 4. Bisogna tenere presente che l’Italia è quasi ovunque un territorio sismico, fatta eccezione per la Sardegna e il tacco della Penisola».

E anche la sequenza dei terremoti registrati nell’ultimo mese non è un fatto eccezionale: «Solo oggi - ha continuato Casale - abbiamo registrato 10 scosse, ma vengono percepite solo dalla strumentazione. All’anno in Italia si verificano dai 4 ai 5mila terremoti, ma nessuno li avverte».

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