Sky, quei brutti della pubblicità fanno arrabbiare i veri brutti

Su giornali e tv impazzano le immagini di calciatori belli contrapposti ai propri mostruosi alter ego. Ma il popolo dei non-adoni si ribella: "Siamo meglio noi. Loro ci discriminano, noi protesteremo negli stadi"

Sky, quei brutti della pubblicità 
fanno arrabbiare i veri brutti

Brutta cosa essere belli. Parola di Roberta (scusate la rima) Iacobelli, presidente del club dei brutti. Che a quelli di Sky non perdona lo spot del momento: la foto del Cassano glamour che si fa beffe del Cassano truzzo. Tutto per pubblicizzare che «il calcio più bello è solo su Sky». Ma finire sotto accusa è l’intera squadra ingaggiata da Sky. Frey e Gillet, opportunamente protetti da Legrottaglie; ma anche la linea d’attacco col tridente Pato, Miccoli, Cassano, pronto ad andare in gol grazie agli assist della coppia Pellissier-Cambiasso. Insomma, una formazione che nel nostro campionato di serie A potrebbe fare bellissima figura. «Bellissima» si fa per dire, visto che i calciatori cui facciamo riferimento non sono quelli originali tirati a lucido, bensì i loro «gemelli» sgorbi e ciccioni. È da settimane che li vediamo - a confronto - su giornali e tv: l’immagine vera dello splendido campione affiancato al suo falso alter ego mostruoso. Come dire, ironicamente: chi è abbonato a Sky può godersi i suoi eroi calcistici in tutta la loro magnificenza, mentre gli altri dovranno accontentarsi della versione più orripilante. Da qui è nata l’idea di abbinare il Cassano doc all’«altro» Cassano travestito da panzone (ma al Real Madrid se lo ricordano ancora così...) che divora patatine fritte sbrodolandosi col ketchup; il Legrottaglie guizzante di muscoli che si fa intervistare dai giornalisti all’«altro» Legrottaglie spelato e con la pelle incartapecorita; il Frey slanciato e con le spalle larghe all’«altro» Frey ingobbito e strabico; il Cambiasso scudettato di nerazzurro all’«altro» Cambiasso col naso aquilino e pieno di nei; il Pato funambolico all’«altro» Pato sdentato e incapace di palleggiare di testa.

Con tutto il rispetto per i belli, ma noi tifiamo per gli «altri». Sì, i brutos: proprio quelli che Sky vorrebbe ridicolizzare. E in questa missione di riabilitazione estetica ci è di conforto sapere che non siamo soli. Schierato sulla stessa linea c’è infatti anche il famoso Club dei brutti, uno storico sodalizio che raggruppa oltre 30mila tesserati, tra cui figurano nomi (ma soprattutto facce) dalla controversa beltà: da Alvaro Vitali a Pippo Franco, da Maurizio Costanzo a Giulio Andreotti. A presiedere il Club dei brutti è Roberta Iacobelli che da Piobbico ci risponde al telefono col tono di chi è pronta a dare battaglia: «Quelli di Sky sono recidivi, già in passato se la sono presa con i brutti... Ma noi non ci stiamo a farci prendere in giro. Vedrà, presto adotteremo iniziative clamorose...». C’è chi parla di striscioni in difesa dei brutti da esporre negli stadi, chi addirittura di un provocatorio esposto-denuncia per «discriminazione razziale». Intanto il Club dei brutti si specchia trovandosi il più bello del reame: «Nel 1960, grazie agli insegnamenti e all’eredità del passato, fu fondata l’Associazione nazionale dei brutti con tre principali obiettivi: 1) sensibilizzare il cittadino ai problemi del brutto; 2) aiutare il brutto a superare i complessi che possono condizionarlo; 3) in casi particolari collaborare con il brutto per aiutarlo a scegliere l’anima gemella». Vietato ridere. Ma quelli del Club non si fermano qui: «Il progetto negli anni è continuato a crescere fino a raggiungere una portata mondiale con l’apertura di nuove “succursali” in Italia, Polonia, Francia, Spagna, America, Inghilterra e Argentina, richiamando un’attenzione mediatica senza precedenti». Vietato non ridere. Il nostro motto è «La bruttezza è una virtù, la bellezza una schiavitù» - spiega Roberta Iacobelli (la quale, nonostante la carica che occupa, è tutt’altro che racchia ndr) -.

Un motto coniato nel lontano dal 1879, quando 128 zitelle piobbichesi destinate a vivere in solitudine per la loro effettiva bruttezza, porto all’elezione del primo “presidente dei brutti“, incaricato di trovare loro marito».
Ricerca vana, ovviamente.

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