La celebre università Bocconi scivola nel gabinetto, che non è quello che ci si aspetterebbe, cioè «gabinetto scientifico», ma proprio quello che c'è nelle case di tutti. Anzi no, credo che quei gabinetti non li abbiano in molti. Si chiamano «bagni gender neutral», che già quella sola commistione linguistica di italiano e inglese fa andare al gabinetto per liberarsi dal mal di pancia. Chi si è sognato di ridicolizzare quei «bagni» si è preso sei mesi di sospensione. I tre ragazzi temerari, trasgressori della dittatura del politicamente corretto sono stati sanzionati con queste parole: «Il predetto provvedimento disciplinare sarà inserito nel suo fascicolò personale e comunicato agli uffici interessati e alla commissione di laurea in sede di discussione della tesi. Potrà inoltre aver effetto su eventuali benefici economici accordati dall'università». Firmato dal Magnifico Rettore Francesco Billari. C'è da ridere e molto poco da ridere. I tre ragazzi sospesi si stanno già preparando a discutere in sede di tesi di laurea sul valore economico dei cessi per tutti, per pochi o per nessuno. Ma c'è poco da scherzare sul fatto che un celebre ateneo si faccia beffe della libertà di pensiero. Ecco, subito mi si obbietta che i tre studenti hanno usato espressioni pesanti, volgari: ai miei tempi si diceva «goliardiche». Certamente sarà stato così, ma la goliardia non si punisce, non è un reato. Oppure diventa un reato se ridicolizza il politicamente corretto. Ma questo non è un problema dei tre reprobi, ma del rettore: il primo compito di un'istituzione scolastica è quello di insegnare a ragionare con la propria testa, e un'università ha l'obbligo di insegnare la criticità del pensiero scientifico.
Evidentemente la Bocconi ha compiuto alla perfezione il suo dovere: quei tre ragazzi hanno ragionato con la propria testa, hanno messo alla berlina i gabinetti del politicamente corretto.La questione grave è che il rettore e i suoi docenti non si sono accorti del valore del loro insegnamento: almeno tre studenti della Bocconi hanno imparato a pensare con la propria testa.
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