Caro Alfredo,
perdonami se adotto questi toni confidenziali ma è così che rispondo a tutti i lettori, ricorrendo al tu. Ti ringrazio, innanzitutto, per avermi fatto depositario di questo tuo sfogo, esponendomi una questione tutt'altro che secondaria che tocca l'esistenza di uomini e donne di valore che rappresentano il primo presidio dello Stato sul territorio e facendoti altresì portavoce dei tuoi colleghi, i quali ti avranno manifestato tale disagio chiedendoti di intervenire. E accogliere la vostra richiesta nonché soddisfare le vostre esigenze, che sono sacrosante, tanto più perché riguardando la salute, è un dovere da parte delle istituzioni deputate. E auspico che qualcuno intervenga tempestivamente, mediante una organizzazione più attenta del lavoro la quale tenga conto del benessere della persona umana prima ancora che del lavoratore, affinché i nostri carabinieri non siano mai più costretti a sgobbare a stomaco vuoto o obbligati a consumare il pasto negli orari in cui di solito desinano le galline pur di non prestare servizio a digiuno fino a tarda notte. Basterebbe, a quanto ho capito, munirvi dei buoni-pasto di tipo elettronico perché possiate portare da casa il necessario e francamente non comprendo il motivo per il quale una soluzione così semplice e pratica non sia stata ancora adottata, considerando che altre forze dell'ordine li adoperano da tempo. Mi affligge che ci sia così scarsa attenzione nei confronti dei nostri operatori della sicurezza, la cui attività, soprattutto in Lombardia e in particolare nella metropoli milanese, è sempre più onerosa, difficile e pericolosa, per effetto dell'aumento della delinquenza e il proliferare di gang, anche di giovanissimi, che si distinguono per ferocia e assenza di scrupoli. I nostri uomini in divisa ci tutelano, provvedono alla nostra sicurezza, a costo della loro incolumità, e noi siamo così distratti da non preoccuparci neppure di consentire loro un banale pasto caldo, meglio se mandato giù in un orario quantomeno decente. Non si può faticare al freddo e al gelo, all'aperto, per ore ed ore in piedi, sottoposti a numerosi fattori di stress, durante eventi sempre più snervanti come manifestazioni in cui si inneggia al terrore, cortei violenti, partite ad alto rischio, senza disporre delle energie per stare su, per resistere. Non vorrei sembrare esagerato ma privare i nostri carabinieri dei buoni pasto elettronici, che permetterebbero loro di pianificare i pasti in modo sano e appropriato, rappresenta una forma di maltrattamento che i nostri carabinieri non meritano.
La sana alimentazione è lo strumento più efficace per la prevenzione, ormai la consapevolezza di ciò è diffusa: chi mangia in maniera equilibrata e salutare vive più a lungo e si ammala di meno, gravando meno in tal modo anche sulle casse dello Stato. È nostro interesse quindi preservare lo stato di salute delle nostre forze dell'ordine.
Facciamo mangiare i nostri carabinieri. La nostra sicurezza, quindi pure la nostra vita, è nelle loro mani.
Colgo l'occasione per esprimere un ringraziamento all'Arma a nome mio e a nome di tutti quei cittadini, e lettori di questo foglio, che riconoscono la nobiltà del ruolo e dei compiti svolti da quanti ogni dì, sulle strade e negli uffici, operando indefessamente garantiscono una esistenza libera da qualsiasi genere di insidia a noi e ai nostri figli.
Non saremo mai abbastanza grati.
Sempre dalla vostra parte.
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