Insegniamo ai giovani il valore della vita

I genitori non sono più in grado di fare i genitori, ossia di porre limiti, regole, vigilare, controllare, punire quando serve

Insegniamo ai giovani il valore della vita
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Gentile Direttore,
non si fa che parlare tutti i giorni di riarmo ma dovremmo parlare di disarmo, e mi riferisco al disarmo di quei ragazzini che si accoltellano tra di loro. Quotidianamente giornali e telegiornali ci raccontano fatti di questo tipo. Possibile che non ci accorgiamo che siamo davanti ad un fenomeno emergenziale?

Davide Fossati

Caro Davide,
anche io sono rimasto colpito dalla notizia, dalla quale senza dubbio prendi spunto per scrivermi questa lettera, del sedicenne che, a Frascati, è stato accoltellato in pieno petto da un quattordicenne. Per futili motivi, ma i motivi che stanno alla base di simili atti di ferocia non possono che essere e risultare sempre futili, ossia incapaci di giustificare tale violenza. Essa si scatena sempre di più per un nonnulla. In questo caso, si è trattato di un contrasto sorto a causa della compravendita, ovviamente illegale, di capi di abbigliamento firmati, che il quattordicenne acquistava online e rivendeva ai coetanei. In buona sostanza, questo poco più che bambino aveva avviato un business criminale e, cosa ancora più impressionante, girava armato e predisposto ad adoperare il coltello che teneva in tasca, avendolo racimolato nella cucina di mamma. Il debito contratto dalla vittima sarebbe di soli 60 euro, fossero stati pure 600 o 6000 o oltre, nulla al mondo rende accettabile né comprensibile il gesto di accoltellare, di ferire, di togliere la vita. La caratura delinquenziale del ragazzino ci lascia attoniti. Non intendo inveire contro la famiglia, pare che i genitori dell'accoltellatore, che ora è in carcere, siano brave persone. Ma non intendo nemmeno minimizzare la responsabilità di babbo e mamma in senso lato, quando si verificano accadimenti di questo genere e i protagonisti sono fanciulli che campano sotto la potestà genitoriale. Pur volendo, non possiamo negare una responsabilità, essa è prevista dal diritto. Se un quattordicenne maneggia migliaia di euro, come fanno i genitori a non accorgersene? Ci sta che non si accorgano che prima di uscire ha preso un coltello dalla cucina, che non può mica essere sotto chiave. Ma non ci sta che non si rendano conto che il figlio acquista capi firmati, o contraffatti, rivendendoli. Questa roba non veniva recapitata presso l'abitazione familiare? E come la pagava il bimbetto? Ad ogni modo, c'è adesso un sedicenne che versa tra la vita e la morte, il quale ha superato due arresti cardiaci, sopraggiunti subito dopo essere stato raggiunto dal fendente, soltanto grazie all'intervento tempestivo e miracoloso di un medico donna che casualmente sabato sera passava da lì, da quella piazzetta. Mi auguro che il ragazzo sopravviva. Ma noi, noi, riusciremo a sopravvivere a questo crescente degrado umano? Questi sono gli adulti di domani? Va da sé che non generalizzo, esistono anche i giovani con la testa sulle spalle e sono parecchi. Ma è un dato che siano parecchi pure quelli che se ne vanno in giro armati. La domanda sorge spontanea: perché? Quale ragione, per quanto bizzarra, li induce a prendere la lama e ad infilarla nel taschino dei jeans? Ed è possibile che i genitori, facendo il bucato, non si imbattano mai in simili aggeggi? No, non ci credo. Perdonatemi.

Voglio raccontarti una cosa tanto curiosa quanto preoccupante. Gli studenti dei licei vengono di frequente a Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale lombardo, per visitare il grattacielo e capire come funziona l'istituzione. All'ingresso è d'obbligo passare attraverso i controlli di sicurezza e accade non di rado che, attraversando il metal detector, si scopra che hanno addosso armi bianche. Per quale motivo un liceale avverte il bisogno di recarsi a scuola o in ogni dove armato? Ci si arma non solo per offendere ma anche e soprattutto per difendersi, da cosa e da chi? Perché questi ragazzi si sentono tanto fragili? Credo che manchino loro i punti di riferimento e con questo non voglio assolutamente giustificarli.

I genitori non sono più in grado di fare i genitori, ossia di porre limiti, regole, vigilare, controllare, punire quando serve. Ed ecco che avviene il peggio: ritenendo di potere compiere qualsiasi cosa, un adolescente avvia la sua attività commerciale illegale, esce di casa con la lama, accoltella i coetanei per regolare i conti e farsi valere. Come fosse un adulto iscritto alla mafia.

Strappando la vita, quella vita che sembra contare meno di qualche euro. Non c'è percezione del valore della Vita. E, quando non si percepisce il valore della Vita, non si può essere nemmeno felici. Si diventa involucri di pelle in grado di provare solamente rabbia o disperazione.

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