All'Università di Torino spunta il corso sulla teoria queer. "Una risposta al governo"

Presentato rigorosamente con la "schwa", il corso analizzerà la storia del movimento Lgbt, l'identità di genere e la transessualità, le "nuove forme di famiglia" e naturalmente i migranti arcobaleno

All'Università di Torino spunta il corso sulla teoria queer. "Una risposta al governo"
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Si terrà all’Università di Torino il primo corso interdisciplinare di Queer Studies, un insegnamento da 6 crediti formativi che, attraverso vari moduli, affronta alcuni temi classici della teoria queer. Erogato interamente in lingua inglese, il corso è stato presentato sul sito dell’ateneo rigorosamente con la “schwa” emblema della religione woke e potrà essere inserito nel percorso di studi da tutte le studentesse e gli studenti dell’ateneo. Il programma messo a punto dal promotore Antonio Vercellone vedrà la partecipazione di accademici ed esperti provenienti da diverse discipline e dal mondo delle professioni e della società civile.

Ma, entrando nel dettaglio, cosa si studierà in questo corso sulla teoria queer? Il sito dell’Università di Torino ci viene in soccorso: la teoria queer, la storia del movimento LGBTQI+, gli aspetti interdisciplinari della nozione di genere, l’identità di genere e la transessualità, la medicina di genere, il rapporto tra cristianesimo e omosessualità. E ancora: le tematiche LGBTQI+ nel cinema e nel teatro, gli stereotipi sessuali e di genere nei media, le non monogamie e le nuove forme di famiglia, le nuove forme di genitorialità e genitorialità LGBTQI+, la gender architecture, asilo e protezione internazionale per migranti LGBTQI+, disabilità, sessualità e abilismo, i bias di genere nella teoria economica.

In soldoni, ci troviamo di fronte al manifesto della galassia Lgbt. Intervistato da Repubblica, il professor Vercellone ha tenuto a precisare che “la teoria gender non esiste”, ma l’esistenza del suo corso sembra dimostrare il contrario. Ma non solo. L'esperto di diritto privato s'è detto consapevole "che potrebbero esserci proteste e non ho timore, anzi. Ognuno ha il diritto di manifestare la propria idea ma andremo avanti con il percorso, serio e accademicamente alto. È il livello di dibattito in cui vogliamo stare. Non ci inseriremo nell’agone strumentalizzante e non ci faremo strumentalizzare.

Immediata la reazione della Lega con Rossano Sasso. “Il promotore di questo nuovo esame ‘arcobaleno’ ci tiene a farci sapere che questo esame è una risposta ‘ai recenti attacchi del Governo alla libertà della ricerca’ la sottolineatura del capogruppo in commissione Scienza, Cultura e Istruzione: “A lui e a tutti i docenti ideologizzati ribadisco che utilizzare il cavallo di troia della lotta alle discriminazioni per portare nelle facoltà e nelle scuole la propaganda ideologica della sinistra radicale LGBTQ+, non servirà a nascondere l’evidente volontà di indottrinamento dei più giovani che l'agenda arcobaleno vorrebbe imporre”.

Il deputato del Carroccio ha poi lanciato un messaggio agli alleati di centrodestra: “Urge dare un seguito alla risoluzione della Lega approvata di recente in commissione Cultura, affinché si tutelino libertà della ricerca e autonomia dell'insegnamento ma allo stesso tempo si sgombri il campo dai tentativi di indottrinamento e che soprattutto ciò non avvenga con soldi pubblici”.

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