Se il telefono ti sente pazzo

Quante volte, non appena abbiamo sentito una fitta al petto, abbiamo cercato su Internet per capire di che cosa si trattasse?

Se il telefono ti sente pazzo
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Nessuno ti conosce meglio del tuo telefono. È lui a sapere tutto di te: a che ore ti svegli, chi incontri e dove. Ma anche ciò che cerchi su Internet e che non osi confessare a nessuno, neppure agli amici più cari e fidati. È lui il custode delle tue gioie, delle tue paure e anche delle tue perversioni. È lui che conserva tutto. E che tutto dà in pasto all'algoritmo.

Così Instagram diventa, tra tante amenità, anche lo specchio dell'anima e dei suoi abissi. Sono sempre di più, infatti, le app che offrono test precisi per comprendere e «curare» il disturbo psicologico del quale sei affetto. Anche se magari stai benissimo e non ti sei mai posto il problema. Hai l'Adhd, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività? Bastano dieci semplici risposte per capirlo e, ovviamente, anche per fornirti un modo per uscirne. Soffri di depressione? Clicca qui, ti aiuteremo noi. L'ansia ti paralizza?

Ce la farai se segui questi cinque passi.

Ma così non è. Non può essere. Perché quei test sono fatti per trarre in inganno chi li fa. Perché giocano sulla fragilità umana di chi si imbatte in essi, magari di notte perché non riesce più a staccarsi dai reel. Perché la continua esposizione degli schermi ha rotto il ritmo circadiano e ora riposare è sempre più difficile. E così si genera l'ansia, quella vera. Ma non solo. Perché quando uno è colpito da un disturbo vero - per esempio quelli legati ai disordini alimentari - molto spesso si ritrova il proprio feed invaso di post che parlano di cibo, magari anche in modo positivo, ma che rendono ancora più sofferente la sua posizione. Tutto, in quella bolla che diventa sempre più cupa, ha a che fare con le calorie e le percentuali di macronutrienti. Perché è così che gioca l'algoritmo: sa dove andare a colpire e lo fa con spietata precisione.

Quante volte, non appena abbiamo sentito una fitta al petto, abbiamo cercato su Internet per capire di che cosa si trattasse?

Tante. E quante volte, al primo sintomo, abbiamo cercato di comprendere, sempre digitando in rete, quale malattia ci avesse colpito? Tantissime. E sempre con risultati terribili. Perché è lì che la mente ci porta: allo scenario peggiore. Non solo quando si ha a che fare con i mali del corpo ma anche, e soprattutto, con quelli della mente. Che sono, per certi versi, i più duri da affrontare. Perché è lì, in quel congegno incredibile che è il nostro cervello, che si gioca la nostra vita. È lui che ci blocca o ci fa andare avanti.

I programmatori di app lo sanno bene e provano ad ingannarlo, giocando sulle nostre fragilità. Ma, così facendo, plasmano una società piena di malati immaginari e sempre più fragile dove l'ansia è sempre più diffusa. Insieme alla paura.

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