Un tuffo nella memoria e nella storia di una città, Roma, che nel corso dei secoli ne ha viste di cotte e di crude. Molte di queste "avventure romane", tra vip e uomini politici le ha raccontate Giuseppe Dinamore, o meglio Peppinello Er Roscetto, il tassista più anziano della Capitale, in un'intervista all'AdnKronos.
65 anni di grandi ricordi
"Peppinello" il cui soprannome "Er Roscetto" arriva dritto dalla sua infazia e dai capelli fulvi, ora ha 88 anni, ma non ci pensa troppo a lasciare le "sue corse" in giro per la città caricando turisti, eminenze, politici e vip che della Capitale sono parte della storia.
Difficile dargli l'età che ha ben stampata sulla patente e che mostra sorridente, Giuseppe dimostra almeno 15 anni di meno: "Sono nato nel 1935 e faccio questo mestiere dal 1959". Di origine molisana arrivò a Roma nel 1948 facendo tanti lavori per mantenersi, a cominciare dal lavapiatti. "Mia madre gestiva un'osteria ma a me non piaceva quel tipo di lavoro. Così - racconta - presi la patente per fare il tassista e iniziai. La prima macchina che ho avuto era la Fiat 1100 col divisorio, anche se prima non si lavorava come adesso, il taxi era quasi un lusso":
I tanti clienti famosi
La memoria va poi a quegli incontri che hanno caratterizzato le lunghe giornate in giro per la città sotto il sole cocente o con la neve che cadeva, quello con i personaggi famosi ospitati e accompagnati nel suo "tassì". "Quanti ricordi con Albertone Sordi, l'ho portato in giro spesso. Era il periodo in cui si stava preparando per il film 'Il tassinaro': gli spiegavo il lavoro, come funziona il tassametro... Alcune volte l'ho accompagnato all'Ospedale Bambino Gesù, dove faceva le offerte per i bimbi malati. Non credo fosse tirchio come si racconta", spiega sorridendo.
Ma la lista non si ferma certo qui: "Vittorio Gassmann, la Lollobrigida, Kabir Bedi che quando ha girato Sandokan era secco secco... Pure il tenore Placido Domingo ho portato, una volta". E poi i politici che in una città come Roma non mancano certo: "Ho portato Mario Draghi con la sua signora dai Parioli al Quirinale. Una persona squisita. Ho avuto nel mio taxi anche un altro ex premier, Matteo Renzi". Il sindaco migliore che c'è stato secondo lui:"Luigi Petroselli. Con lui cominciammo a ottenere qualche agevolazione per la categoria. All'epoca di Petroselli sono uscite 850 licenze taxi".
Lasciare il lavoro? "Forse"
Tra tutta la fretta che morde i cittadini di Roma, quella di lasciare il suo taxi ed andare in pensione però non è qualcosa che entusiasma Giuseppe: "Ringraziando Dio la salute ancora mi accompagna, sono ancora in grado di guidare. La vista va bene. Certo, non è che andrò molto lontano. Ho già quasi deciso di lasciar perdere. Penso che smetterò entro quest'anno, o quello prossimo. Largo ai giovani, direbbe qualcuno. Mi mancherà molto questo lavoro, soprattutto il contatto con le persone".
Il mondo cambia... e anche Roma
"In 65 anni di servizio - ricorda - è cambiato tutto: Roma e l'Italia. Quando ho iniziato non c'era tutta 'sta gente. Servirebbero più corsie preferenziali, soprattutto in periferia per accedere alla città. Lì non si cammina. Il traffico è quello che è" dice un po' sconsolato.
Poi la nostalgia prende il sopravvento: "Gli anni migliori? Quelli della Dolce Vita" in cui Roma era la succursale di Hollywood: "Tutti i più grandi attori frequentavano il Cafè de Paris. Durante il turno di notte facevamo la fila aspettandoli lì fuori. Era un bel periodo, girava qualche lira in più. Quando ho cominciato io il tassametro partiva con 90 lire, poi 110, poi 130. Oggi si parte da 3 euro, ma questa tariffa la teniamo da 15 anni e più. Purtroppo oggi la vita è diventata più cara".
I tassisti: "Persone oneste"
Impossibile con lui, che conosce tutti da così tanti anni, non parlare di quello che ormai da tempo le cronache riportano quasi quotidianament: Esiste la lobby dei tassisti? "Non è così - risponde -. I tassisti sono persone oneste, a me è capitato alcune volte di trasportare qualche portatore di handicap o anziani che dovevano andare all'ospedale. E non li ho fatti pagare. Ma non solo io, anche altri colleghi. Siamo persone coscienziose, almeno il 99% della categoria è fatto da persone perbene".
E per quanto riguarda Uber? Altra nota dolente della categoria: "È una multinazionale e fa un lavoro diverso dal nostro. Oggi tutto è diventato moderno, tutto cambia. Non posso essere contro o a favore. Certo, qualche cosa ti tolgono. D'altronde è la vita, tutto cambia" Forse l'unico rimasto attaccato a certe tradizioni alla fine è proprio lui: "Ai turisti stranieri mi piace sempre raccontare la storia di Roma, da Giulio Cesare ai Papi, ma l'inglese -ammette- lo parlo poco, qualcosina solo".
Il cliente che non dimenticherà mai
Tanti anni di lavoro e altrettanti di ricordi, ma qualcuno è rimasto molto impresso nella mente e nel cuore di Giuseppe. Si tratta di un vecchio cliente: "Un signore che si chiamava Pietro Bagnoli, come il paesino del Molise in cui sono nato, Viveva all'Ostiense. Gli mancavano tutte e due gli arti superiori, perché durante la guerra si fece scoppiare in mano una bomba per salvare donne e bambini in fuga. Lui scriveva e mangiava coi monconi. Quell'uomo mi è entrato nel cuore".
Non tutto rose e fiori, anche qualche brutta avventura: "Certo, non sono mancati i brutti ceffi: mi è capitato di essere rapinato, più volte. Succede" dice.
Ma le cose belle sono quelle che rimangono di più rispetto alle ombre che Roma, come tutte le grandi città ha: "Quando andrò in pensione, trascorrerò le mie giornate facendo miniature. Ho realizzato un modellino che raffigura il paesello del Molise in cui sono nato. È la mia passione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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