Dal Libano al Kuwait: tutti i Paesi che hanno censurato Barbie (e perché)

"Attenta alla morale". Il film Barbie censurato in Libano e Kuwait. In Vietnam sfiorata la crisi diplomatica per un dettaglio che compare in un frame della pellicola

Dal Libano al Kuwait: tutti i Paesi che hanno censurato Barbie (e perché)
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Allarme rosso. Anzi, rosa shocking. Trattandosi di Barbie, la tonalità non può che essere quella. Pur macinando incassi da record nei cinema, in alcuni Paesi la bambolina bionda sbarcata da poco sul grande schermo è stata bollata come una vera e propria minaccia. Di più: come un pericolo che urta la "morale comune". Dal Vietman al Libano, alcune nazioni hanno così deciso di bandire la pellicola realizzata della regista Greta Gerwig, icona femminista della cinematografia a stelle e strisce. All'elenco dei Paesi censori si è aggiunto nelle ultime ore il Kuwait, dove - assicurano le autorità locali - il film non arriverà mai nelle sale. I motivi di tale scelta riguarderebbero una non meglio precisata "tutela dell'ordine pubblico e delle tradizioni", anche se altrove l'indicazione di vietare Barbie sarebbe stata motiva addirittura da ben più complicate controversie geopolitiche.

Barbie e la crisi geopolitica in Vietnam

È il caso del Vietman, Paese nel quale la bambolina interpetata da Margot Robbie avrebbe addirittura fatto sfiorare la crisi diplomatica. In un fotogramma del film, infatti, dietro il volto della protagonista compare una mappa geografia stilizzata nella quale, in corrispondenza del continente asiatico, si scorge una linea tratteggiata che a qualcuno avrebbe ricordato la cosiddetta "Linea dei Nove Tratti", simbolo di un'annosa disputa territoriale con la Cina. Produttori e autori del film hanno replicato che quella rappresentata era solo una cartina fantasiosa disegnata per una bambola, ma intanto il governo di Hanoi ha deciso di bloccare il film e quello filippino, pur consetendone la proiezione, ha chiesto di modificare il fotogramma. Qualcuno ha addirittura accusato Barbie di fare una surrettizia propaganda alla Cina, anche se è lecito chiedersi quanti spettatori avessero seriamente fatto caso a quel dettaglio comparso per qualche istante alle spalle della protagonista.

La censura in Pakistan e Libano

A ridosso della sua uscita nelle sale, il film hollywoodiano è stato invece rinviato nella provincia pakistana del Punjab a causa di "contenuti discutibili" sui quali le autorità locali avevano annunciato accertamenti. Alcuni funzionari avevano spiegato come la pellicola necessitasse di autorizzazione da parte dei consigli provinciali che censurano le scene ritenute contrarie ai valori sociali, culturali e religiosi del Paese. In Libano invece Barbie è stata estromessa dai cinema: il film è stato infatti accusato dal governo di "promuovere l'omosessualità" nella crescente dialettica anti-Lgbt. A luglio, il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah aveva sostenuto che, secondo la legge islamica, ogni omosessuale "dovrebbe essere ucciso" e aveva chiesto il boicottaggio di tutti i prodotti arcobaleno.

"Attenta alla morale". Barbie al bando in Kuwait

Alla lista dei Paesi anti-Barbie si è aggiunto nelle ultime ore il Kuwait, le cui autorità hanno deliberato che il film "attenta alla pubblica morale". Nelle maglie della censura locale è finita anche la pellicola australiana Talk two me. "La trasmissione di questi film è stata vietata", ha annunciato Lafi Subaïei, presidente del comitato di censura cinematografica, citato dall'agenzia di stampa ufficiale Kuna.

Prima di prendere la decisione, le autorità avevano chiesto la "rimozione di certe scene oscene che incoraggiano comportamenti inaccettabili", ha dichiarato Lafi Subaïe, senza però fornire dettagli sui passaggi in questione.

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