Vietato scrivere "signora" e "signor" nei moduli. La Corte Ue bacchetta la Francia

Secondo il regolamento europeo sulla privacy è illegittimo chiedere di inserire gli appellativi riferiti al genere di chi vuol comprare un servizio

Vietato scrivere "signora" e "signor" nei moduli. La Corte Ue bacchetta la Francia
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È illegittimo chiedere di inserire gli appellativi riferiti al genere di chi vuole comprare un biglietto per il treno. Non si tratta solo di una pretesa della comunità Lgbt, ma di quanto stabilito dalla Corte Ue. In base a quanto previsto dal Gdpr è vietato scrivere “signora” e “signor” nei moduli e nei form on-line: secondo il regolamento Ue sulla privacy n. 2016/679 la richiesta è sovrabbondante e senza base giuridica, e quindi illegittima. Chi viola questo divieto rischia una sanzione fino a 20 milioni di euro, mentre per le imprese è prevista una multa fino al 4 per cento del fatturato mondiale.

Il servizio ferroviario nazionale francese è stato portato davanti alla Corte Ue per la sua richiesta di titoli di genere sul suo modulo di prenotazione on-line. Dati superflui, secondo i giudici, e ora il caso avrà un impatto sui moduli on-line di tutta l’Unione europea. L'operatore ferroviario SNCF Connect ha offerto ai passeggeri solo la scelta tra "monsieur" o "madame" sul proprio sito web, scatenando le ire dei gruppi arcobaleno, che hanno invocato i principi fondamentali del Gdpr.

Si tratta del primo caso giuridico che affronta il diritto di identificarsi come non binario, termine riservato a chi non è né maschio né femmina. Il reclamo contro la SNCF è stato presentato all'agenzia nazionale per la protezione dei dati (CNIL) francese da 64 singoli clienti, supportati dai gruppi per i diritti Mousse Association e Stop Homophobie. La procedura prevista dal servizio ferroviario nazionale francese “esclude le persone che si identificano come non binarie, in particolare le persone trans o intersessuali, o che non desiderano limitare la propria identità”.

La CNIL ha affermato che il reclamo era infondato poiché la richiesta di SNCF di utilizzare i termini "monsieur" o "madame" poteva essere ritenuta necessaria. Poi è stato presentato ricorso al Consiglio di Stato francese, che nel 2023 ha passato la patata bollente alla Corte di giustizia dell'UE. Giovedì i giudici si sono pronunciati contro l’operatore transalpino.

"Questo caso segnala un progresso atteso da tempo: meno scartoffie, meno caselle binarie e un futuro in cui il diritto dell'UE riconosce e protegge finalmente le vite non binarie e trans. La prossima generazione non merita niente di meno", ha affermato Richard Köhler, consulente esperto presso l'organizzazione trans europea TGEU, riporta Context.

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