La solidarietà dei lettori/1

Continua l’ondata di messaggi e di lettere di solidarietà al direttore editoriale del Giornale, sospeso dall’Ordine dei giornalisti per tre mesi. Chi scrive alla nostra redazione rivendica il diritto alla libertà di stampa e all’espressione delle proprie idee che per anni ha visto rappresentate dagli editoriali di Feltri

Caro Direttore, vorrei esprimerle la mia solidarietà per l’accaduto nonchè la mia vergogna di italia­no per la violazione palese alla no­stra Costituzione, fatta da un gruppo di soloni che nel pieno di un atto di ubris si fanno prendere da onnipotenza e decidono di pri­varla della sua (come della no­stra) libertà. Le suggerisco di in­ventarsi uno pseudonimo e mi permetto di suggerirle Toro Sedu­to ( Geronimo è già in uso) e conti­nuare a scrivere in piena libertà magari utilizzando una vecchia Olivetti (quelle ancora non si pos­sono intercettare). Claudio Maldifassi e-mail

Caro Feltri, la mia piena solidarie­tà contro la ridicola «sentenza» da Miniculpop dell’Ordine dei giornalisti. Grazie per la battaglia che sta conducendo in difesa di tutte le persone liberali, e contro questi «sinistri» personaggi. Me­no male che Vittorio (Feltri), Maurizio (Belpietro) e Silvio (Ber­lusconi) ci sono!
Carlo Bellora Gallarate

Piena solidarietà a Vittorio Feltri per questa specie di purga stali­niana di cui è vittima. Mi chiedo: voi (pochi purtroppo) giornalisti italiani non di sinistra, non pote­te staccarvi da quest’Ordine vec­chio bacucco e fondarne uno nuovo? Non molli Vittorio, trovi il modo di scriverci i suoi pezzi in barba ai parrucconi che la voglio­no tacitare. Gabriella Moriondo e-mail

Come lettore del Giornale , vorrei sapere a cosa serve e se serve, poli­tica a parte, l’Ordine dei giornali­sti. A Vittorio Feltri desidero dir­gli che è un grande giornalista e, i grandi guardano sempre avanti e a testa alta.
Giovanni Vollono e-mail

Carissimo Vittorio, non ho paro­le per esprimere il mio sdegno, per descrivere la rabbia che nu­tro verso quell’inutile e dannoso conclave definito ordine (voluta­mente al minuscolo) dei giornali­sti. Sbaglio o ai tempi del fasci­smo si impediva di esprimere le proprie opinioni a chi non era gradito al regime? Le motivazio­ni alla base della condanna ( chia­miamola col suo vero nome: cen­sura) sono balle e null’altro. Mi­serrime giustificazioni per im­porre il bavaglio al più grande giornalista vivente. Pensano di sfiancarti, deprimerti, abbatter­ti. Sciocchi incommensurabili! Non sanno che la forza di un cro­nista sta nei suoi lettori, oltre che nelle sue capacità. E i tuoi lettori sono tutti qui a contare i giorni che mancano alla scadenza della censura, sicuri che il tuo futuro, nuovo primo editoriale sarà an­cora una volta storico. Isabella Massa Trieste

Insomma, Direttore Feltri, si ri­belli. E dica perché, chiarissima­mente, come lei fa sempre. Che tutto debba andare all’aria per colpa di quel cretinetti di Fini e compagnia è il colmo. Possibile che non si possa impedirlo?
Antonio Casolari e-mail

Mesi fa, scrissi al Giornale denun­ciando un presentimento nefasto, l’avvento di un nuovo e più efferato fascismo. Oggi, ne sono certo e i sin­tomi sono preoccupanti. L’occupa­zione di posti di potere ( magistratu­ra, esercito, tv di Stato, giornali). L’accozzaglia sinistrorsa e le sue meteore, pur non avendo minima­mente un briciolo di interesse per la sorte dell’Italia e degli italiani, ha a sua disposizione qualche cervel­lo, ben occulto che, bacchetta alla mano dirige la banda. Fini che da presidente della Camera forma e di­rige un partito e non si dimette dal ruolo che ricopre, robe mai viste ne­anche durante il ventennio. La si­tuazione è questa, prepariamoci al peggio e sarà dura!
Luigi Gallina e-mail

Continui Direttore... vedrà che presto l’Ordine dei giornalisti sa­rà eliminato.
Gaetano Zuccarini e-mail

Metterle il bavaglio è stato un at­to di vigliaccheria, mistificato da intervento deontologico dovuto. Ma chi sono questi soloni dell’Or­d­ine che usano due pesi e due mi­sure, a seconda del giornalista da tacitare e della posizione politica cui aderisce? Ma basta! Bisogna abolire l’Ordine. Con ciò le con­fermo la mia stima. La verità di­spiace sempre, caro Direttore, ma val sempre una messa!
Maria Carmen Spano e-mail

Faziosità, arroganza e ipocrisia su tutti i fronti simil sinistrosi: che nausea infinita! Che razza di regime democratico! Sono solida­le col Direttore e gli chiedo di far­si vedere in televisione: da Emilio Fede ci potrà almeno andare!
Enrica Branzi e-mail

Dottor Feltri tutta l’Italia è con lei, bravo bravo.
Walter Guercio e-mail

L’Ordine dei giornalisti come tut­ti gli Ordini professionali, campa sul disordine intellettuale e mora­le di molti giornalisti e divulgato­ri di notizie strumentali se non fal­se, ha deciso di decretare una condanna di regime nei confron­ti del grande Vittorio Feltri a cui tutti noi, italiani doc rivolgiamo un caldo invito a continuare le sue battaglie, a non mollare mai, ad avere fiducia nella parte mi­gliore dell’Italia. Quella che su­da, lavora, soffre e non si tira mai indietro e non sta ad aspettare che qualcosa succeda ma lo fa succedere, quella che sorride, an­che nelle tragedie, perché ha fidu­cia nelle proprie capacità.
Fausto Spagnoli e-mail

Giornalista professionista dal 1964 (ormai in pensione) ho abbando­n­ato sin dagli anni Ottanta il sinda­cato unico chiamato Federazione nazionale della stampa: e dico che si può vivere benissimo senza que­sto organismo politicizzato. Quan­to all’Ordine ne ho sempre esalta­to la necessità per un Paese civile, ma disapprovo totalmente la sua struttura elefantiaca e costosissi­ma. Come la Fnsi,l’Ordine è diven­tato un carrozzone di persone po­co impegnate professionalmente che ambiscono soltanto ad una poltrona corredata di rimborsi e prebende. Basti ricordare che il Consiglio nazionale dell’Ordine giornalisti (basterebbero una tren­tina di membri) è costituito da un numero doppio di un’assemblea comunale di una grande città. Sem­plicemente ridicolo, per non dire immorale. E allora come possia­mo meravigliarci di quello che ac­cade? Consiglio a Feltri: non tene­re nel minimo conto il bavaglio che a lui - soltanto a lui - gli hanno legato questi colleghi contrari ad ogni forma di libertà e di verità (vi­sto che il giudizio su Boffo era pie­namente veritiero). Per tale moti­vo non andrò a votare alle immi­nenti elezioni dei delegati per il congresso nazionale.
Giacomo de Antonellis Milano

Tutta la mia solidarietà a Vittorio Feltri e a tutti i giornalisti del Gior­nale . Chi disse resistere, resiste­re, resistere? Bè, lo diciamo an­che noi lettori, convinti che l’op­portunismo e la disonestà intel­lettuale che ormai imperano nel­la stampa, nella televisione e nel mondo politico di una certa parte non potranno sempre trionfare.
Giampaolo Asdrubali e-mail

Carissimo Direttore Vittorio Fel­tri, la conosco e la seguo dai tem­pi del periodico L’Europeo . So per certo che lei è un combatten­te di razza, ma credo che sentirsi vicino l’affetto e la solidarietà del­le persone faccia sempre piacere! Non potevo esimermi dall’inviar­le questa mia testimonianza.
Paolo Battistini e-mail

Direttore siamo con lei nella dife­sa della libertà di parola e della divulgazione a mezzo stampa. Biasimo all’Ordine dei giornali­sti per il madornale errore.
Enrico Liva e-mail

Da giornalista pubblicista voglio esprimerle tutta la solidarietà per una decisione vergognosa figlia di un Ordine politicizzato che a parole difende la libertà di stam­pa, ma nei fatti zittisce chi la pen­sa diversamente da loro. Mi chie­do perché i parrucconi dell’Ordi­ne facciano scrivere ancora i Sa­viano, Travaglio, Scalfari, Barba­cetto e chi più ne ha ne metta. L’unico fine è zittire Il Giornale , ma per lei questa è una medaglia da esporre a tutti coloro che si stracciano le vesti per la libertà di stampa. Non molli e faccia senti­re la sua voce nonostante questo provvedimento .
Vincenzo Basso e-mail

Come persona di destra, come estimatore delle persone oneste e della vera libertà, sono vicino a Vittorio Feltri, vittima di uno dei tanti «poteri forti» che non sanno e non vogliono che in Italia ci sia libertà. Per qualsiasi iniziativa so­no con lui, ed il mio primo gesto sarà sostenere e comprare Il Gior­nale ogni giorno. Non ci pieghe­ranno! Alberto Lonigo e-mail

Vittorio, sei un grande! Ti sono vi­c­ino in questo momento di ingiu­stizia. Buona vacanza .
Giorgio Morandi e-mail

Il tribunale del popolo dei gior­nalisti ha deciso secondo ingiu­stizia. Il vero erede di Montanel­li - il più grande dei giornalisti italiani, Vittorio Feltri - doveva essere punito perché l’invidia e l’accidia verso chi è il più bravo stanno alla base delle regole di vita all’italiana.
Giancarlo Pavanello e-mail

La sentenza politica dell’Ordi­ne dei giornalisti mi ha disgusta­to! Massima stima e solidarietà da parte mia per il grande Vitto­rio Feltri. Vorrei porre due que­siti: è possibile fare ricorso con­tro una sentenza così assurda e chi sono i componenti dell’Or­dine che hanno votato a favore della sospensione? Spero viva­mente che nei prossimi tre me­si, comunque vadano le cose, il Direttore possa farci sentire la sua voce!
Giorgio Pisu Genova

Caro Direttore, non esprimo solo solidarietà a lei, ma anche la mia rabbia per una sentenza assurda. Stiamo vivendo un momento in cui c’è un colpo di Stato striscian­te: i vari, piccoli uomini, non si rendono conto che noi, che la pensiamo diversamente da loro, sappiamo benissimo che la mag­gioranza, ampia, degli italiani, aveva votato «Pdl - Presidente Berlusconi». Auguri Direttore, continuiamo, come sempre, a leggere Il Giornale .
Maria Grazia Borsoni e-mail

Ringrazio l’Ordine dei giornalisti per avermi aiutato a prendere una difficile decisione: se conti­nuare a far parte dallo stesso op­pure no. Dopo la «vicenda» Feltri infatti, non ho più dubbi: no.
Giovanni Bigatello Casnate

Caro Direttore non dubiti. Noi ri­conosciamo in lei una delle po­che penne libere rimaste. La aspettiamo al suo rientro e nell’at­t­esa acquisteremo sempre il Gior­nale .
Valerio Devalle e-mail

Il mio particolare sostegno a lei, «re degli opinionisti»per l’ignobile ba­vaglio datogli da pseudo e saccenti giornalisti. La leggo sempre con piacere e la stimo ancora di più.
Franco Biolcati Colleferro (Roma)

Non solo la mia solidarietà che sa­rebbe tale anche se avessero col­pito un giornalista di idee contra­rie alle mie, ma soprattutto la mia ammirazione per il giornalista e uomo Feltri. La lettura dei suoi ar­ticoli da anni è stata per me una vera manna, a parte la condivisio­ne dei temi ho sempre ammirato i modi di esprimere tutte le tesi. Tutto quanto scritto si è avverato e anche quello non provato è ri­sultato credibile. Nel caso di Fini poi Direttore, lei è stato grande e soltanto una congiura di palazzo lo ha lasciato per il momento in piedi. Spero di poterla leggere al più presto.
Giovanni Liverzani e-mail

Carissimo direttore, la seguo ormai da 20 anni e Le scrivo per la prima volta, vorrei che lei sapesse che non la lasceremo solo un istante, continui la nostra battaglia e vada avanti senza timore. Alberto Walter Madau e-mail

Caro Feltri, le rinnovo la mia sti­ma che dura da decenni! Le dirò che sono schifato del comporta­mento contro di lei. Però anche il centrodestra mi pare cominci a puzzare! Ma dietro questo volta­faccia di Fini non ci sarà la Tullia­ni, la cosa puzza.
Paolo Papini e-mail

Sono lieto di poterle offrire gratui­tamente in prestito per tre mesi perché possa continuare a scrive­re, il mio nome Paolo Melani: so­no un pubblicista di 80 anni e so­no pure intenzionato a sbeffeg­giare l’Ordine per la decisione presa nei suoi confronti.
Paolo Melani e-mail

Cosa possiamo fare noi comuni mortali che la pensiamo come

lei perché questo nostro Paese non precipiti nel baratro con governi ribaltoni o con elezioni anticipa­te causate da chi vuole solo anda­re a governare senza averne né le capacità né i voti?
Elena Ballarati e-mail

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