Comincio a capire come funziona questa cosa dello scrivere lettere; ci si siede ogni giorno e si sputa fuori una umana costante di sciocchezze. . Pranzo, carne, focaccine, banane fritte, ananas al vino rosso, caffè. Ho cercato di scrivere una poesia; non va. Suonato il flauto. Sgattaiolato via a fare giardinaggio ed esplorare i dintorni. Sul nostro terreno lavorano quattro squadre; una scena animata; mulinare di asce e fumo che si leva; i coltellacci sono tutti in uso. Ma io ne rubo ai lavoranti uno senza impugnatura, e dovresti vedere la mia mano - tutta tagliuzzata.
Voglio liberare il sentiero su per il Vai Tulinga tutto da solo, e voglio che quando gli altri lo vedranno appaia completo. Così, con diabolica astuzia, decido di iniziare in punti diversi; in modo che imbattendosi in una sola sezione non si possa neppure immaginare l'entità del mio lavoro.
Di conseguenza comincio in un posto nuovo, a valle del filo metallico, sperando di riuscire ad arrivare fino a lì. Forse è stata una fortuna avere un coltellaccio così malandato, e la mano dolorante mi ha imposto di fermarmi prima di arrivare al filo, ma alla buon'ora, così ho lavorato al meglio, non stanco morto come ieri.
Una strana impresa, in finitamente solitaria; il sole alto sopra le cime degli alberi; le liane che mi intrappolavano e cercavano di strangolarmi; gli arboscelli opponevano resistenza e poi cedevano con quel singhiozzo mortale che s'impara a conoscere così bene; grandi alberi morbidi e pieni di linfa cadevano sotto i colpi del mio coltellaccio e piccoli ramoscelli tenaci ridevano e si face- vano beffe dei miei sforzi.
D'un tratto, mentre lavoravo nel folto di quella verzura, ho udito colpi in lontananza, poi delle risate. Confesso che mi son sentito gelare il cuore.
Solo com'ero, in un luogo ove di norma non avrebbe dovuto esserci nessuno davanti a me, mi sono reso conto che, se i colpi si fossero avvicinati, avrei dovuto (con nonchalance, ovviamente) mettere in atto una ritirata strategica; e solo pochi giorni fa parlavo della mia insensibilità alle superstizioni!Martedì 3 novembre 1890
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.