«Sono stato contattato qualche settimana fa»

Davide Ballardini. Chi l’avrebbe mai detto di trovarlo qui, sotto la lanterna, a guidare le sorti di una antica e gloriosa società. Davide, barba abbastanza lunga, svegliato quasi a notte fonda da Preziosi, si è buttato sull’autostrada da Ravenna in qua, velocità azzardata, per non mancare all’appuntamento della sua vita (o quasi). Arriva, si veste di rossoblù, cerca di capire qualcosa di questo «mistero grifonesco», poi affronta la «stampa». Lievemente sconvolto, tanto da fargli dire: «Penso che il Genoa sia la società più antica del calcio italiano...». Penso? Mister, il Genoa «è» la società più antica del calcio.
Ballardini è personaggio curioso, intanto ha superato certe prove terribili dovendo affrontare alcuni presidenti di particolare carattere: Zamparini, Cellino, Lotito. Niente male, dunque avvezzo alle più terribili battaglie.
Mister - prima domanda - che Genoa pensa di trovare?
«Il Genoa ha già una sua identità, ma certo quando avrò la rosa al completo allora faremo una gran bella squadra».
Già, gli infortuni... tegola su tegola.
«Ho parlato con i medici e i preparatori, domani col Bologna entrerà Milanetto, ma nessun altro...».
Arrivare dopo Gasperini, un mito per i tifosi rossoblù che cosa significa per lei?
«Un grande impegno».
È vero che ha rinunciato alla Under 21 per allenare una squadra di campionato?
«Non mi hanno cercato quelli della Federazione! (In verità era stato cercato, ma aveva rinunciato ndr)».
Che modulo le è congeniale?
«Dipende tutto dal rispetto delle caratteristiche dei giocatori. I moduli sono duttili. Nel Cagliari facevo il “4-3-1-2”, nella Lazio a seconda dei giocatori. Insomma importante è avere bravi giocatori».
Davide Ballardini è una persona molto seria. Lo ha detto il presidente Preziosi: «All’inizio quando ho telefonato a Lotito per dirgli che avrei preso Ballardini, l’ho sentito esultante, gli toglievo uno stipendio e che stipendio! Poi però, mi ha ritelefonato e mi ha riconfermato che Davide è persona molto seria e preparata e che fu colpa sua (del presidente) se finì come finì».
Ballardini quando vi siete sentiti con Preziosi?
«Non come molti dicono, dopo il Chievo. Qualche settimana fa: il presidente mi chiese della mia disponibilità».
È vero che lei è un «sacchiano» convinto...
«Sì, ma con cautela. Ho già detto che tutto dipende dai giocatori e dalle loro caratteristiche».
Dopo la chiacchierata un po’ naif con i giornalisti, Ballardini è filato sul campo per seguire il primo «mezzo» allenamento dei rossoblù.

Si è affiancato a Preziosi di cui aveva apprezzato l’ultima battuta letteraria dello stesso presidente con cui aveva concluso la conferenza stampa: «Come diceva Rossella O’Hara, domani è un altro giorno».
Per Ballardini, l’uomo che ama i silenzi e gli «eremi» più lontani, il domani si chiama Bologna... Non è molto romantico, ma questa è la realtà che dovrà affrontare.

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