«Sopra il sotto», i tombini dipinti raccontano la metropoli cablata

I tombini di Milano si trasformano in opere d'arte: da oggi fino a settembre c'è infatti la mostra «Sopra il sotto - Tombini Art raccontano la città cablata». Sedici affermati street artist espongono 30 tombini in ghisa reinterpretati e dipinti. Sede della mostra open air, che parte oggi e andrà avanti fino a settembre, è l’area attorno a via Tortona: da via Savona a via Bergognone passando per via Voghera, Bugatti, Novi, Cerano, Forcella. Filo conduttore delle opere è la «rete», in occasione dei dieci anni di vita della società Metroweb che ha installato oltre 5mila chilometri di cavi in fibra ottica a Milano, rendendola la città più cablata d'Europa: «Sotto l'asfalto del capoluogo scorrono le “vene” della metropoli - racconta il direttore artistico Gisella Borioli - che i milanesi usano inconsapevolmente. Con questa mostra, scopriamo il mondo sconosciuto che sta oltre i tombini».
Una iniziativa che mette in luce il volto «legalizzato» della street art: «Gli imbrattamenti sono generati dal predominio del marketing sulla cultura - stigmatizza l'assessore alla Cultura di Milano, Massimiliano Finazzer Flory -. Quello che abbiamo messo in piedi dimostra invece che si può fare street art in maniera corretta, un fatto che spinge i cittadini ad accoglierne più favorevolmente le opere».


Dietro le opere ci sono giovani ma già affermati street artist: come 2501, formatosi come montatore alla scuola Civica di Cinema di Milano; Abbominevole, 29enne figlio d'arte con un passato da illustratore; Bo130, laureato in Graphic e Media Design; Dem, che ha esposto in Svezia, Svizzera e Danimarca; El Gato Chimney, al secolo Marco Campori, milanese fortemente influenzato dall'estetica «steam punk»; Faust, un curriculum consolidato nelle capitali internazionali della street art e del graffitismo, a partire da Londra e Berlino; Maba, acronimo di Manuel Baren, udinese che con la sua attività artistica ispirata al neo-naif e alle correnti minimaliste sostiene il gruppo «Anime del legno» per la salvaguardia degli alberi; e Microbo, una delle poche artiste donna della public art, catanese di nascita ma londinese di adozione, organizzatrice a Milano di progetti come «Arteimpropria» e «Urban Edge».

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