"Le sorelle spaiate" che toccano il cuore

"Le sorelle spaiate" che toccano il cuore
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Una storia di giornalismo. Una storia di sfruttamento. Ma più ancora la storia di due donne che si ritrovano sorelle di destino: in Sorelle spaiate, ultimo romanzo di Lucia Esposito appena arrivato in libreria (Giunti, pagg. 259, euro 15,9) procedono le storie di Viola e di Ershela, storie di una contemporaneità in cui per le donne la vita sembra diventata più facile, più protetta, più noti i diritti, più rette le relazioni. Ma Esposito mette in chiaro dalle prime pagine che non è così: sia Viola che Ershela affrontano un viaggio, piene di inquietudine eppure certe che, se ce la metteranno tutta, se «faranno le brave» il futuro passo dopo passo assumerà i contorni dei loro desideri. Eppure sarà presto chiaro che la speranza non basta mai.

Viola vuole scrivere, ha il curriculum perfetto e poi ha preso il treno da Napoli fino a Milano: qualcosa vorrà pur dire, anche se mentre sale su quel treno una risposta alla domanda «Perché si va a Milano?» non l'ha ancora trovata. Ershela arriva a Torino dall'Albania e a guidarla è il cuore: accarezza la sorella Alina addormentata prima di scappare insieme al «suo uomo» dalla casa dei genitori. «Mamma dirà che sono una puttana, ma tu difendimi», scrive ad Alina nella prima lettera dell'epistolario che sarà la sua voce e che ci accompagnerà tra gli odori di marcio, di sangue, di vino e di fiori e del suo dramma.

Esposito è giornalista dagli anni 90, ha esordito nel romanzo nel 2012 e ha un blog su Libero, oltre a dirigerne le pagine culturali, dove nel profilo scrive: «Da grande volevo fare la giornalista e così, diversi anni fa, da Napoli sono arrivata a Milano per uno stage di due mesi. Non sono più tornata», oltre a definirsi «Accumulatrice seriale e compulsiva di libri e pensieri»: bene sa dunque come alimentare i paradossi culturali fino a far sviluppare due storie di donne che sembrano tanto distanti per classe sociale e possibilità, quanto vicine per senso e sensibilità verso dolore, legami, valore dei corpi e delle anime che li abitano.

Sia per Viola che per Ershela che diventerà Lulli e Margherita, in uno sdoppiamento continuo tra vittima e fuggitiva niente va come previsto, ammesso che di previsto, in ciò che viviamo, ci possa ancora essere qualcosa. Per Viola sarà la scoperta che il suo curriculum è l'ultima traccia di una finzione, che il mondo si aspetta da lei un coraggio che ha poco a che fare con ciò che ha studiato, che nei media come sulla strada si fa carriera e si conquista il rispetto a colpi di intuito e testardaggine, che a dover essere davvero difesi sono i valori in cui si crede e che su quasi tutto il resto, compreso l'amore, si può fare finta di cedere. Per Ershela saranno stupri, botte, una vita tra una soffitta in cui ci si piega per passare e si respira a fatica e la scoperta che un'amicizia pura e potente può combattere al posto nostro quando stiamo per arrenderci.

Si incontreranno, queste due donne, sapranno darsi forza per un lungo momento, creando un legame che darà significato al finale travolgente di tutta la vicenda. Ma soprattutto le incontriamo noi, per guardarle negli occhi e chiederci come si possa diventare, e rimanere, sorelle.

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