Sos dell’Ungheria, il Fondo frena: «Nessun aiuto»

Nel grande caos generato dalla crisi del debito sovrano, mancava solo il «giallo ungherese» come ulteriore elemento di confusione. Nel pomeriggio di ieri il governo di Budapest aveva annunciato di voler avviare al più presto i negoziati con Washington per ricevere aiuti. Il governo di destra di Viktor Orban aveva promesso all’indomani della vittoria elettorale di non imitare il suo predecessore socialista chiedendo l’assistenza del Fondo. Ma a convincere l’esecutivo, sarebbe stata l’ultima asta di titoli di Stato decennali, che ieri ha visto un balzo del rendimento di 60 punti base, all’8,78% dall’8,17% di due settimane fa. Questo, dopo ben tre aste di bond andate deserte da fine ottobre a oggi.
Qualche ora più tardi, dopo una chiusura in rialzo della Borsa magiara, l’Fmi è però intervenuto per mettere in chiaro di non avere «ricevuto alcuna richiesta» di un prestito da parte dell’Ungheria e che la missione in corso a Budapest «non è una missione negoziale».

A quel punto, con un comunicato pubblicato sul suo sito, il ministero dell’Economia di Budapest ha detto che non si tratterebbe di un prestito vero e proprio, ma di «un contratto di assicurazione in modo da accrescere la sicurezza degli investitori in Ungheria». Per gli analisti, la formula usata da Orban potrebbe prospettare un accordo precauzionale, simile a quelli concordati di recente da Serbia e Romania.

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