Il video hot che mostra una diciassettenne Belen Rodriguez mentre si scambia effusioni decisamente poco velate con il suo allora fidanzato, il modello argentino Tobias Blanco Martinez Pardo continua a essere all'interno di una bufera.
Si allarga l'inchiesta relativa al video e al tentativo di ricatto correlato alla sua diffusione. Ora il pubblico ministero Luigi Luzi, nel tentativo di individuare chi mise online il video incriminato, ha incarico la mobile delle indagini, formalizzando un'ipotesi di reato per diffusione di materiale pedopornografia. Sì, perché all'epoca del video, Belen era ancora minorenne, diciassettenne per la precisione. E ci sono quindi gli estremi per formulare l'accusa.
Il problema non è più quindi solamente il fatto che qualcuno abbia messo online un video che era destinato a rimanere privato, ma che nel farlo si è macchiato di una colpa decisamente più grave, non tenendo conto della giovanissima età della showgirl argentina ai tempi in cui il video fu girato.
Belen aveva sporto denuncia circa un anno e mezzo fa, quando Selvaggia Lucarelli, attraverso il suo blog, aveva diffuso al pubblico la notizia dell'esistenza del video e il tentativo dell'ex fidanzato di Belen di venderlo ai giornali di gossip, per una cifra che si aggirava intorno ai 500mila euro. La Lucarelli aveva scritto anche che il tramite per la "cessione" del video sarebbe stata una ragazzache lavorava in una nota agenzia di spettacolo, ma che tutti quelli a cui i due si erano rivolti si erano rifiutati di acquistare il video, ritenuto non commerciabile.
Già Fabrizio Corona, che all'epoca frequentava Belen, aveva tentato di smascherare l'intermediario della transazione, fingendosi interessato all'acquisto tramite una terza persona. Ne era nata una rissa con Blanco, che era stato costretto a consegnare a Corona una copia del video su una chiavetta Usb. Belen aveva poi distrutto il video.
Accorgimento che è servito davvero a poco, dato che nei giorni scorsi
il video è finito in rete, con tanto di istruzioni per scaricarlo e da lì persino sulle bancarelle degli ambulanti. E sull'unico (finora) iscritto al registro degli indagati, gli inquirenti mantengono il massimo riserbo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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