La Spagna "mata" anche la Russia: 3 a 0

Sarà Germania-Spagna la finale dei campionati europei di calcio di Austria e Svizzera. Nella seconda semifinale le "Furie rosse" hanno travolto la Russia per 3 a 0. La finale di Euro 2008 è in programma domenica sera a Vienna (ore 20.45)

La Spagna "mata" anche la Russia: 3 a 0

Vienna - E' la Spagna la seconda finalista di Euro 2008 e domenica sfiderà la Germania in una partita che sarà anche la sfida tra due grandissimi movimenti calcistici. Alla faccia della scaramanzia e delle paure del ct Aragones di giocare in maglia gialla, Iniesta e compagni hanno battuto la Russia con pieno merito, prendendo il sopravvento dopo un primo tempo equilibrato e nonostante il forfait di David Villa, chiamatosi fuori al 33' per un infortunio.

Per fortuna degli spagnoli, i cui tifosi cantano 'cielito lindo' nonostante la pioggia scrosciante, la Russia è esistita solo per un tempo, e nella ripresa non è mai stata capace di prendere l'iniziativa anche perché la sua presunta stella Arshavin stasera è risultato nullo, non riuscendo mai ad imbastire lo straccio d'un'azione. Se questo è il fuoriclasse che il pubblico del Barcellona vorrebbe nella sua squadra, preferendolo nei sondaggi perfino a Benzema ed Ibrahimovic, o si é di fronte a un colossale abbaglio o semplicemente a una serata storta.

In questa partita dal doppio volto, la Spagna nel secondo tempo è dilagata proprio come nel match della prima fase ad Innsbruck e ha travolto gli uomini del giramondo Hiddink anche con il medesimo scarto di reti, tre, pur se con un punteggio diverso. Non è stato il 3-1 pronosticato alla vigilia dal Premier Zapatero, ma poco ci manca visto che è finita 3-0. Non è tutto, perché la Spagna avrebbe potuto imporsi ancor più nettamente se un Fernando Torres oggi in ombra (infatti ad un certo punto Aragones l'ha sostituito con il più produttivo Guiza, quasi subito a rete) fosse stato un po' più preciso. Invece il biondino si è fatto notare solo per un paio di tiri (uno alto di poco al 7' st) e per una caduta in area dopo un contatto sospetto con Zhirkov.

Ma il cambio di Torres con Guiza non è stata l'unica mossa azzeccata da Aragones, il vecchio ct che, dopo aver deciso il destino del collega Donadoni, sta per lasciare e vorrebbe farlo da campione continentale: decisivo è stato l'innesto di Fabregas, il migliore in campo, al posto di Villa che ha cambiato l'assetto tattico (un centrocampista al posto di un attaccante) ma non la voglia di giocare al calcio della Spagna, quasi sempre in possesso di palla. Non è un caso che due dei tre gol delle furie rosse oggi in giallo siano nati dai piedi del ragazzo-prodigio dell'Arsenal, che ha fornito l'assist vincente sia a Guiza che a Silva, nel primo caso con un splendido tocco 'a cucchiaio' che ha servito all'attaccante del Maiorca che piace alla Roma un pallone che era solo da spingere in porta.

La replica al 36', sempre della ripresa, dopo un rapidissimo contropiede e passaggio dalla sinistra per Silva lasciato in condizioni di segnare comodamente da una difesa russa ormai allo sbando. Il gol che aveva sbloccato il risultato era invece nato da un'iniziativa dell'ottimo Iniesta e cross dalla sinistra con perfetto inserimento dell'altro gioiello del Barcellona, ovvero Xavi. A tutto ciò la Russia, alla sua prima (ed ultima) apparizione a Vienna in questo torneo, ha potuto opporre soltanto un tiro di Sychev nei minuti finali, che ha costretto Casillas ad un intervento decisivo per mantenere inviolata la sua porta. Troppo poco, anzi niente, per impensierire una Spagna trascinata in finale anche dal Principe-portafortuna Felipe delle Asturie, oggi in tribuna assieme alla moglie.

Spagna vincitrice e tradizione rispettata, visto che le riesce sempre quando gioca una semifinale dell'Europeo: i precedenti sono quelli del 1964 e del 1984, e ora deve solo sperare che non finisca come l'ultima volta, quando i suoi sogni andarono a infrangersi contro la classe immensa e la vena realizzativa

dell'uomo che, diventato dirigente, domenica sera consegnerà la Coppa da presidente dell'Uefa. Non è più l'epoca di Michel Platini, ma anche Michael Ballack potrebbe creare molti problemi, quindi gli spagnoli stiano attenti.

 

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