Sparò al capo: nove anni di carcere

Raffaella Patruno

Svelato il mistero del tentato omicidio in azienda. Ieri il giudice delle udienze preliminari, Giovanni Verga, ha condannato a nove anni e quattro mesi di reclusione, Luciano Migliavacca, accusato di tentato omicidio nei confronti di un suo superiore. L’uomo, 55 anni, era dirigente presso la Elyo Italia, promanazione di una multinazionale francese, ma da tempo si sentiva dequalificato: questa la ragione che lo ha spinto a vendicarsi del suo capo, Antonio Politi, 59 anni, sparandogli un colpo di pistola.
L’aggressore ha aspettato la vittima nel garage dell’azienda e, con una pistola calibro 22, ha colpito la testa del manager che non si è reso subito conto di essere stato ferito. Solo dopo l’uomo ha avvertito un malore ed è stato subito soccorso: la vittima è stata trovata seduta al volante della propria auto con qualche goccia di sangue sparsa intorno. Una volta in ospedale i medici si sono accorti che il paziente era stato colpito da un proiettile, entrato dall’orecchio sinistro e uscito dalla nuca.
Accertato il tentato omicidio, sono partite le indagini della polizia. Inizialmente nessun indizio: nessun proiettile rinvenuto, nessun movente dei più tradizionali. Un agguato poco professionale, compiuto con una pistola di piccolo calibro e consumato in un ambiente protetto: poi gli investigatori hanno capito che l’aggressore doveva essere qualcuno interno all’azienda, che conosceva tutti i sistemi di sicurezza.

Questi elementi hanno portato alla risoluzione del caso, chiuso ieri con la condanna di Migliavacca. Oltre alla detenzione, il giudice ha anche disposto un risarcimento alla vittima, che nel frattempo si è completamente ripresa dall'agguato, e alla ditta di 150mila euro.

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