Scene e costumi sono andati perduti e la demi parure è l'unica superstite delle serate del maggio 1955 al teatro alla Scala, quando La traviata era diretta da Luchino Visconti, ancora giudicata dagli esperti la migliore mai messa in scena. Parliamo del collier e orecchini di cristalli Swarovski color rubino e perle barocche simulate di rara bellezza, che fino al 31 gennaio 2018 sono visibili alla mostra del teatro, intitolata «Maria Callas in scena: gli anni alla Scala».
A indossare la parure era Maria Callas, diventata primo soprano del teatro nel 1952, dopo che Renata Tebaldi era partita per solcare le scene a New York. Fu Lila De Nobili a disegnare e Ennio Marangoni a realizzare tutti i gioielli di scena per la soprano, che all'inizio della sua carriera indossava solo monili personali. «Quando questi vennero sostituiti dai falsi di scena, lei continuò a portare i suoi cuciti sotto i costumi come portafortuna e, a Milano, pretese che Marangoni in persona le facesse provare in anteprima tutti i gioielli. E lui andava personalmente da lei nella sua residenza di Via Buonarroti», racconta Rinaldo Albanesi, autore di Maria Callas e Swarovski, Gioielli di scena. All'epoca, infatti, l'atelier Marangoni era il principale produttore e ideatori di gioielli per spettacoli lirici e per il teatro ed Ennio (fratello dell'altrettanto noto creatore dell'istituto Marangoni di moda e design di Milano) riusciva a rendere con assoluta perfezione la bellezza dei preziosi. E a dimostrazione di ciò, si racconta che una volta ricevuta la demi parure, il soprano si osservò allo specchio, respirò a fondo, provò dei passi e accennò delle arie. Fu una delle poche volte in cui non suggerì alcuna modifica: era tutto perfetto. La Divina percepì che le creazioni dell'artista avrebbero permesso a Violetta, protagonista de La traviata, di brillare di una luce diversa: le meravigliose pietre in cristallo Swarovski avevano il potere di catturare la luce e di rifletterla in mille bagliori così come mille erano le sfaccettature del suo personaggio. Anche Luchino Visconti, celebre per la maniacale ricerca di ogni dettaglio scenico, ne rimase entusiasta. Certo, se quel gioiello indossato alla Prima del 28 maggio 1955, ha fatto la storia, altri monili, sfoggiati da illustri signore, non sono di certo passati inosservati. Come le corone d'oro tempestate di pietre preziose indossate dalla contessa Marie Antoinette Labadini Castellani: la nobildonna era così bella e vivace che in città si diceva nascesse ballerina all'Astoria di Piazza Santa Maria Beltrade, dove avrebbe incantato il futuro marito conte esibendosi in un numero con un giaguaro.
E che dire di Enrica Invernizzi, detta Robiolina in onore del formaggio che aveva fatto la fortuna dell'azienda del marito, che in Corso Venezia
teneva i fenicotteri in giardino (ancora oggi si possono scorgere). Alla prima della Scala metteva spesso la sua mitica parure di smeraldi di Van Cleef & Arpels e ogni anno tutte le signore si accalcavano per ammirarla.
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